Una rivincita non è una vittoria, è un successo che fa ancora più rumore. Se possibile, lascia un segno indelebile perché la partenza è a rilento mentre la strada si fa in salita. Poi lo sprint e la risalita che sembra finalmente una discesa. Al Milan sta succedendo a tre giocatori ai margini, bersagli facili per poca costanza, spesso fondamentali solo ed unicamente per la copertura con una coperta che troppo lunga non è.
Conti. Il ballottaggio con Calabria sta finalmente portando i frutti tanto attesi e desiderati. La difesa ora funziona molto bene e il terzino può vantare una partecipazione essenziale nella buona riuscita della copertura difensiva. Oltre ad un’equilibrata partecipazione alla spinta offensiva, che accorcia la squadra e garantisce un fraseggio organizzato e coerente. Il carattere di Conti, come per tutti i finti deludenti, è stato spesso sottovalutato. Il carattere di chi sa prendersi le rivincite viene fuori proprio quando serve e da quando il Milan trotta per l’Europa, il giovane Andrea ha sempre abbassato la testa – proprio come fa in campo – e con umiltà ha garantito una presenza che ora è fondamentale.
Kessie. L’equilibrio è di casa anche a centrocampo, un altro reparto che tanto ha da dire ma che altrettanto sta dando. In coppia con Bennacer sembra il Kessie del vecchio duo con Bakayoko. Il suo posto è proprio quello: la parte fisica di una coppia che garantisce un filtro difensivo di quelli che nelle gare che contano fanno una differenza sostanziale. Contro la Juventus ha trovato anche la gioia della rete, sempre più metronomo e uomo dell’equilibrio al centro del campo. Anche lui spesso bersaglio di facili ironie, con piedi non troppo eleganti ma che spesso contano zero quando si garantisce una sostanza e una quantità che nel bilancio finale valgono 100.
Leao. Il Milan ha giocato una grandissima scommessa con il giovane Rafa. Tanti milioni per lui, una giovane età e un futuro ancora tutto da scrivere. In realtà anche il presente non vanta pagine ricche di esperienze e di storia, ma il club rossonero ha visto qualcosa nei suoi piedi e nella sua personalità. Scommessa che ha un peso specifico imponente sulle spalle dell’attaccante ancora acerbo. Il giovane allievo di un Ibra che si è seduto in cattedra, con il giovane Leao pronto a prendere gli appunti necessari per un salto di qualità tanto atteso. Ora è proprio il Leao sempre messo in discussione ad essere l’arma in più dalla panchina, ormai una costante. Il ragazzo che zittisce tutti dopo una rete, una giovane età che viene fuori quando solo il campo dovrebbe parlare. E per ora, va bene così.