L’ex rossonero Kevin-Prince Boateng ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato del tema razzismo in seguito a quanto accaduto a Mike Maignan in quel di Udine durante il weekend. Il 36enne non è nuovo a episodi di questo tipo perché a lui, il 3 gennaio 2013, vennero indirizzati cori razzisti durante un’amichevole tra Pro Patria e Milan. Decise di scagliare il pallone contro il settore, togliersi la maglia e andare negli spogliatoi, seguito dalla squadra: la partita finì così.
“Progressi in questi anni? Direi zero. Se il portiere del Milan deve lasciare il campo significa che non è successo nulla. Occorre che più giocatori trovino il coraggio di Maignan. A parlare e a esporsi devono essere tutti, non sempre e solo quelli di colore. Soluzioni? Dico partita persa a tavolino al primo episodio. Senza aspettare gli annunci dello speaker“.
Boateng conclude: “Ho scritto due volte a Mike, è un ragazzo fenomenale. Se lo vorrà, andrò a trovarlo a Milanello, perché ha bisogno di una mano. Anche se magari dice di stare bene, non sai mai come una persona poi reagisce nel suo intimo. Ibrahimovic d’aiuto? Penso che in questo momento sia la figura più importante nel Milan: riesce ad essere un bel collante tra squadra, allenatore e società“.