Dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Governo – ed in particolare dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora – la ripresa della stagione ’19/’20 si fa sempre più in salita. I club di Serie A attendono il confronto fra il Comitato tecnico-scientifico del Governo, la commissione medica della Figc e la Federazione Medico-Sportiva, in programma tra domenica e lunedì, per avere delucidazioni maggiori.
Come evidenziano i quotidiani sportivi odierni, sono tanti i nodi da sciogliere, a cominciare dai viaggi che le squadre di Serie A sono obbligate a fare per le partite in trasferta. Difficile pensare che gruppi di 50-60 persone si possano spostare per l’Italia, da una regione all’altra, pur con tutte le precauzioni del caso.
Il problema principale resta, però, l’eventualità di un nuovo caso positivo tra i calciatori, che imporrebbe una nuova quarantena per lui e per la sua squadra, stroncando definitivamente la stagione. Intanto, nella giornata di oggi, i club della Premier League voteranno per la ripresa del campionato inglese, e l’esito potrà condizionare anche le scelte del nostro calcio.
In ogni caso, la ripartenza si avrebbe rigorosamente a porte chiuse: le porte degli stadi italiani potrebbero restare serrate per altri 18 mesi, facendo disputare anche tutta la stagione ’20/’21 senza spettatori. Anche quando questi ultimi potranno tornare ad assiepare le gradinate, vi saranno comunque misure per ridurre al minimo i contatti: entrate ed ingressi negli impianti saranno scaglionati, con orari prestabiliti per evitare assembramenti; controllo della temperatura corporea tramite l’utilizzo di termoscanner; acquisti dentro lo stadio senza contanti, ma con l’uso degli smartphone; scomparsa delle maniglie dalle porte; obbligo per tutti di rimanere seduti.