Mancano 10 giorni al derby ad alta quota tra Milan e Inter. Le due compagini milanesi sono entrambe in vetta alla classifica, dopo aver vinto, fino ad ora, tutti e tre i match di campionato. Entrambe le società hanno l’ambizione di voler dominare il campionato, e di dimenticare il pessimo cammino della scorsa stagione. I rossoneri, sabato pomeriggio, affronteranno la solita spina nel fianco: Lautaro Martinez, e proveranno in tutti i modi a farlo rimanere a secco.
Ma in che modo? La squadra di Stefano Pioli, dovrà rinunciare a Fikayo Tomori, squalificato a causa dell’espulsione ricevuta in Roma-Milan, ma potrà contare su una pedina diventata fondamentale, sia per il gioco, che per la solidità difensiva, ovvero Malick Thiaw. Il tedesco tocca appena le 25 presenze in maglia rossonera, ma ha da subito dato l’impressione di essere il difensore del futuro. Alto 195 cm, ha caratteristiche si sposano perfettamente con ciò che chiede l’allenatore emiliano: aggressività nel pressing alto, corsa, marcatura nei calci piazzati, e soprattutto un ottimo piede nella fase di costruzione. Dopo le prime tre presenze a fine 2022, il suo inserimento è stato di enorme importanza soprattutto nel periodo di crisi di risultati del Milan, in cui i rossoneri non riuscivano a trovare una via d’uscita, il mister cambiando modulo, inserendo lui come terzo centrale ha finalmente ritrovato solidità difensiva. Questo particolare, che in molti dimenticano, ci permette di capire quanto potenziale abbia il classe 2001, visto che in quelle settimane, risultò spesso il migliore nella retroguardia.
Ora, però, ci sarà il derby come banco di prova, sia della squadra che dei singoli, come Malick. Nelle gare di Champions dello scorso anno, contro i nerazzurri, è stato il migliore in campo dei rossoneri, e nella gara di ritorno, il Milan subì la rete di Martinez poco dopo la sua sostituzione. Riuscì a stupire tutti per le marcature strette, ma anche per l’eleganza nelle chiusure difensive: l’acquisto di Thiaw è stata l’ultima, splendida, operazione di mercato di Paolo Maldini, la scorsa estate. Non a caso, il tedesco è stato l’unico a ritagliarsi spazio, con continuità, nella scorsa stagione. Nelle prime gare di questo campionato, invece, è sceso in campo con leadership e personalità: ha guidato con carisma e temperamento la difesa, si è proposto coi temi giusti in fase di costruzione, ed ha blindato l’area di rigore. Il futuro della difesa del Milan è in buone mani.