Talvolta nell’ambiente Milan c’è insofferenza in relazione all’operato di Pioli. Mediaticamente il suo lavoro invece è di solito apprezzato nel complesso. Nelle difficoltà generate dagli infortuni di tutti i centrali difensivi, si è barcamenato e prendendo invece come riferimento l’unica assenza ma pesante di ieri, ovvero quella di Theo, ha ovviato con un’idea alternativa interessante.
Nelle 10 gare precedenti a quella di Firenze senza Hernandez, il Diavolo aveva vinto solo due volte. Evidente pertanto che la sua mancanza fosse un fattore tattico e tecnico di rilevanza. La necessità dunque era non limitarsi solo a sostituirlo uomo con uomo inserendo Florenzi.
Considerate le differenti caratteristiche atletiche e non solo, Pioli ha flottato sulla sinistra Reijnders, sia con che senza palla, ponendo un assetto simile ad 442, con Leao più avanzato e per certi versi più vicino a Giroud.
Lo spostamento di Tijjani sul centro sinistra anche in costruzione, con Florenzi più accentrato, ha aperto campo a Rafa e consentito uno sfogo affidabile sulla mancina, seppur diverso dal soluto tandem Theao. Il gol del 2-1 nasce proprio dall’inedito binario, così come tante delle azioni più pericolose della prima frazione di gara. La Viola è una squadra che pressa spesso alta, e il diversivo tattico apportato ha pagato.
Una parte della tifoseria sicuramente ambisce ad un cambio in panchina per la prossima stagione, e c’è reticenza ad elargire qualche merito dell’attuale gestione. Ma ci sono letture non banali come questa avuta al Franchi che riteniamo vadano sottolineate.