Quarantatré anni oggi (auguri) e diciassette nel Milan. Massimo Ambrosini era quel centrocampista duttile che ogni allenatore voleva avere in rosa e di cui Stefano Pioli ne avrebbe bisogno anche oggi nella sua squadra. Il pesarese sapeva coniugare tenacia e conoscenza del campo in maniera perfetta. Un giocatore che sapeva interdire, fare l’incontrista e anche con il vizietto del gol. Soprattutto in inserimento sulle palle alte. Il terzo tempo cestistico (giocava a basket da ragazzo, ndr) era il suo marchio di fabbrica e di testa segnava la maggior parte dei suoi gol, alcuni anche pesanti, come la rete ad Eindhoven nella semifinale del 2005 che portò il Milan a Istanbul.
Il Milan di oggi
Oggi un un giocatore con queste caratteristiche al Milan manca, quello che si avvicina di più e Giacomo Bonaventura, che arriva da dietro ma palla a terra e destinato a lasciare il progetto rossonero. Il Milan ha provato a ricercare la stessa tenacia in Franck Kessie, atletico e con un fisico importante, ma senza quella forza in inserimento che completava il bagaglio tecnico di Ambrosini. Pioli ha abbandonato il centrocampo a tre, passando a due mediani, ma per il futuro il Milan vuole cercare sul mercato un calciatore simile.
Tra i nomi ipotizzati al momento, l’unico che ha una propensione offensiva è Dominik Szoboszlai del Salisburgo. Giocatore meno dinamico ma più tecnico, centrocampista centrale ma all’occorrenza anche esterno di fascia. Queste caratteristiche il Milan l’ha ricercate anche in Lucas Paquetá, ma dopo un buon avvio con Rino Gattuso lo scorso anno, quest’anno si è perso. Se la società riuscisse a recuperare, soprattutto dal punto di vista mentale il brasiliano, sarebbe un grande acquisto in casa. Soprattutto per giustificare l’importante cifra di 35 milioni, sborsata per portarlo a Milano dal Flamengo lo scorso gennaio.
Un giocatore come Ambro, dunque, manca. Ma di quello stampo e con quelle caratteristiche ce ne sono sempre di meno, quindi il Milan deve cercare bene e una volta trovato, tenerselo stretto.