Stando a quanto sta facendo vedere sul campo, sono meritate anche le parole di elogio di Zlatan Ibrahimovic. Momento d’oro per Olivier Giroud, il quale – scrive quest’oggi La Gazzetta dello Sport, da un anno a questa parte è stato il vero Ibrahimovic del Milan. Ibra è un leader tecnico, un freddo che segna nelle partite più calde, un riferimento ascoltato e seguito nello spogliatoio:tutto ciò che oggi è Olivier.
Motivo per cui la società intende trattenerlo facendo eccezione alla regola dei talenti da valorizzare, esattamente come aveva fatto con Zlatan: Giroud è considerato fondamentale per il ruolo da centravanti tanto per quello da senatore tra i ragazzi. I giovani lo stimano, e la considerazione è ricambiata. Dopo il gol al Salisburgo, Olivier ha mostrato alle telecamere una A fatta con le dita che si intrecciavano. Un’iniziale che era una dedica speciale ad Alexis Saelemaekers.Giroud è felice al Milan,i risultati alimentano l’entusiasmo e l’attenzione lo gratifica: anche lui non desidera altro che rimanere.
La società non è ancora pronta ad annunci ufficiali, come è successo pochi giorni fa con Pioli. La vicenda che ha riguardato l’allenatore resta un ottimo termine di paragone: come con Pioli si è arrivati al prolungamento senza ansie e in serenità, come conseguenza scontata di un desiderio condiviso, lo stesso succederà con Olivier. Più avanti: a dicembre o anche nel 2023. Non c’è fretta e in mezzo l’attaccante sarà probabilmente impegnato in Qatar: con questi numeri sarebbe clamoroso che Deschamps decidesse di non portarlo con sé.
Più che numeri, sono primati:tra gli attaccanti dei cinque principali campionati europei ad aver segnato almeno quattro gol, Giroud è il più anziano. Precede sul podio Stuani del Girona, altro trentaseienne, più giovane di qualche giorno, e Cavani, 35 anni. Tra i centravanti è il più longevo ad aver segnato in questa edizione di Champions: Dzeko, Lewandowski e Messi, tutti dietro. Se invece si guarda all’intera storia rossonera, Olivier è secondo tra i cannonieri più datati capaci di segnare una doppietta nella grande Europa. Avrà tempo, con un contratto più lungo, per provare a prendere Pippo Inzaghi: due gol al Real Madrid nel novembre 2010, a 37 anni e 86 giorni.
Con i due gol al Salisburgo, Giroud è secondo, a 36 anni e 33 giorni. Terzo è Gunnar Nordahl: febbraio 1956, due reti al Rapid Vienna quando la carta d’identità segnava 34 anni e 116 giorni. Con il Milan, in totale, il conto è salito a 22 gol in 55 partite: uno ogni 164 minuti. Le statistiche non fanno differenza tra gol pesanti e leggeri, ma nella bilancia rossonera alcuni hanno una consistenza decisamente diversa. La doppietta che l’anno scorso aveva ribaltato il risultato del derby di ritorno e spinto la squadra allo sprint scudetto. Corsa dalla quale aveva escluso il Napoli con un’altra sforbiciata al Maradona. E poi ancora la doppietta al Mapei nel giorno del trionfo scudetto, fino a due sere fa e al gol che ha aperto il poker al Salisburgo e spianato la strada del Milan verso gli ottavi di finale Champions, poi sigillati dal terzo gol della serata. Giroud esultava, Ibra era già lì ad applaudirlo.