Nonostante un anno solare senza sconfitte fuori casa, nonostante la leadership per punti nel 2020, nonostante la striscia record di partite con almeno due gol realizzati (sedici al momento), il Diavolo ha ancora mediaticamente pochi estimatori che lo prendono sul serio.
Al di là di Bergomi e Condò su Sky che riconoscono ogni merito ai rossoneri, a volte in apparenza anche in eccesso, la stragrande maggioranza degli opinionisti tendono a considerare il Milan come un outsider di passaggio. Resiste quell’alone di casualità, di allineamento astrale che consente risultati e conseguente vetta.
Gli stadi vuoti, poca pressione perché senza obiettivi, inizio di stagione con partite facili, dipendenza da Ibra, tanti rigori fischiati, ogni mese insomma è stata inserita una postilla ai successi. Un asterisco, un beneficio del dubbio costante.
Per un tifoso questa mancata riconoscenza pesa. Il tifoso vede una rosa giovane, che supera difficoltà come quelle degli infortuni e mantiene la testa. Forse questa poca aspettativa può diventare tuttavia un piccolo vantaggio.
Restare underdog, con quella sensazione di essere in prestito primi in classifica, non metterà ulteriore pressione alla squadra. L’obiettivo è giusto che resti minimo, come minimo è stato l’investimento in questi mesi, con un grande sogno. Quale? Ognuno è libero di formularne uno proprio.