Il tema del nuovo stadio resta centrale per il Milan anche dopo l’arrivo di Gerry Cardinale, che ha infatti già visionato Sesto San Giovanni. Il sindaco del Comune poco fuori Milano ha da tempo dichiarato la sua disponibilità, che ha ribadito anche oggi ad adnkronos: “Nell’anno in cui Sesto San Giovanni è Città Europa dello Sport, regalare il tempio del calcio alla nostra Città sarebbe qualcosa che rimane a vita. Ci stiamo lavorando, ma non dipende solo da noi. I soggetti coinvolti devono essere tre: Comune, proprietà e club. Nel caso, noi saremmo pronti fin da subito. L’area è privata e il suo proprietario è d’accordo sulla cessione, l’amministrazione comunale è concorde. In altre parole: mancherebbe solo il via libera dei club“.
Ha poi anche parlato del perché scegliere Sesto: “Perché non ci sono criticità, perché i costi sarebbero più contenuti e nell’arco di 18 mesi potrebbe essere posata la prima pietra, mentre a San Siro non saprei. Sono aree già demolite e quasi del tutto bonificate. In altre parole, non c’è nulla da tirare giù, la superficie è già disponibile. Inoltre, trattandosi di un’area privata, non ci sarebbe bisogno di dibattito pubblico. Non trascurerei nemmeno le tempistiche: quando ci sono di mezzo i fondi, è un aspetto indispensabile in termini di capitalizzazione. Mi rendo conto di essere coinvolto dalla vicenda, ma i punti forti di questo progetto sono molteplici e non finiscono qui. Le società devono convincersi di superare il confine milanese in una logica internazionale di Città Metropolitana. Milano sta facendo passi da gigante in una logica internazionale. Se si ragionasse con questa logica internazionale anche per lo stadio, la soluzione sarebbe già pronta. In 13 minuti esatti da Sesto Rondò si arriva in Duomo con la metropolitana, mentre in 15 minuti si arriva all’aeroporto internazionale di Linate“.
L’opposizione, capitanata da Michele Foggetta, ha però altre idee: “In questo momento non è una priorità per Sesto San Giovanni. La coalizione che ho l’onore di rappresentare ha già detto che qui ci sono altre priorità, come il verde e una maggiore pulizia dell’aria. Oltretutto, aldilà di una passeggiata fatta da Gerry Cardinale, non c’è nulla. Nelle aree Falck, dove secondo il sindaco Roberto Di Stefano dovrebbe atterrare lo stadio, sono già impegnate da quella che sarà la città della ricerca e della salute e da quel grande parco di cui ha bisogno Sesto, un risarcimento per tutti i cittadini dopo gli anni delle fabbriche”.
Ha infine cocluso con le problematiche e con una battuta: “Un nuovo stadio rappresenterebbe un’ulteriore cementificazione in una città tra le più cementificate del Nord Italia, che ora Sesto non si può permettere. Se dovessi diventare sindaco dirò a Cardinale che abbiamo un bellissimo stadio che è il Breda, se il Milan vuole venire a coabitare con la Pro Sesto saremmo assolutamente felici di ospitarli”.