Il focolaio esploso in casa Genoa, ed i casi sparsi qua e là per le squadre di Serie A (Milan compreso) ha fatto tornare in auge le discussioni su modi alternativi per concludere il campionato in caso di emergenza. L’obiettivo primario è ovviamente quello di garantire le 380 partite del campionato regolare per adempiere ai contratti sottoscritti con le emittenti televisive, ma negli uffici della Lega Calcio si studiano dei “piani B”.
Stando a quanto riporta il Corriere dello Sport, gli scenari possibili sarebbero sostanzialmente due. Una prima ipotesi prevederebbe la regolare fine del girone d’andata e poi un girone di ritorno in cui la classifica verrebbe divisa per scaglioni e ogni squadra affronterebbe solamente quelle che la precedono e che la seguono immediatamente in classifica. Dopodichè playoff e playout per decretare scudetto, piazzamenti europei, e retrocessioni. Così facendo si risparmierebbero circa 30 partite.
L’alternativa sarebbe invece quella delle final eight tipo la Champions League della passata stagione: gare di andata e ritorno con vantaggio per la squadra meglio piazzata in classifica. Il tutto da svolgersi in una o più location sicure. Il punto debole di questo formato, però, è che comporterebbe un drastico taglio delle partite.
Anche il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha parlato di questo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Playoff e playout? Credo sia un’ipotesi da valutare. Anche perché con dieci positivi in organico, c’è la possibilità di chiedere un rinvio. Quindi, il problema me lo pongo. La tutela della salute va tenuta in conto. Il nostro non è un mondo decontestualizzato da tutti gli altri. Il ragionamento va allargato a livello europeo, poi. Ci sono competizioni continentali che adesso partiranno, come anche gli impegni delle nazionali. È un ragionamento che deve coinvolgere anche l’Uefa, non solo il nostro sistema. Ad oggi, non ci sono privilegiati. Il protocollo è molto rigido, in qualsiasi categoria. E i nostri associati, si sono sempre sottoposti a qualsiasi controllo, nell’interesse della propria salute e del loro gruppo squadra. Le prospettive sul protocollo, poi, dipenderanno dai numeri. Perché dipendiamo da questi, non dimentichiamolo. Dunque, fin quando la situazione sarà gestibile con il protocollo attuale, si può andare avanti così, applicandolo alla lettera. Come ribadito anche dal Ministro. Se la situazione poi muterà, dovremo mostrarci ancora una volta bravi e reattivi nell’adattarci e trovare una nuova soluzione“.