La vittoria per due reti a zero sulla Lazio, restituisce un Milan concreto, sicuro, abile nel gestire la partita nel secondo tempo tanto da non aver rischiato praticamente nulla nel regno di Maignan, l’area di rigore. Soprattutto restituisce un Milan molto compatto, mossosi in trenta metri sia in fase difensiva che offensiva.

Tutto questo grazie a quella che più di tutte è la caratteristica principale della squadra di Pioli, il gioco corale. Eppure, quando dopo dieci minuti Rafael Leao è stato costretto a lasciare il campo per un problema all’adduttore, che si spera non lo tenga ai box anche mercoledì, l’ingresso di Saelemaekers sembrava essere una pezza troppo piccola per colmare il vuoto lasciato dal portoghese.

Con tutta probabilità, la tendenza ad avere la memoria corta non colpisce solo i tifosi ma anche gli addetti ai lavori. Premesso che Alexis non è Leao, e di questo è certamente consapevole lui stesso, abbiamo tutti rimosso, forse a causa di quella che è stata la sua stagione meno brillante da quando veste la maglia rossonera, quanto nelle stagioni passate questo ragazzo si sia rivelato un elemento utile e versatile nello scacchiere di Pioli.

Duttilità al servizio della squadra

Questo biondino belga che sulla propria carta d’identità alla voce “professione” riportava scritto “terzino destro” si è reinventato laterale d’attacco, mettendo al servizio dei compagni una grande dinamicità e un piede forse non delicatissimo ma nemmeno troppo ruvido, come dimostra il fatto che nelle ultime uscite è andato a segno nella trasferta di Napoli di campionato, nella trasferta di Roma e nella partita casalinga contro la Cremonese, prima che il var rendesse vana la sua prodezza.

Una certa intraprendenza poi, la scorsa stagione, lo ha portato con successo a portarsi dentro al campo, partendo proprio dalla sua zona di destra, tanto che Pioli in qualche occasione lo sperimentò dietro le punte.

La scelta di Pioli

Non è un caso quindi che ieri pomeriggio, quando Rafa ha alzato bandiera bianca, con Origi e Rebic candidati all’apparenza più credibili per coprire la posizione di esterno alto di sinistra, la scelta di Pioli sia ricaduta su Saelemaekers, che provando ad andare a memoria, a sinistra non ha mai giocato. Con grande spirito di sacrificio e umiltà ha ricoperto il ruolo al suo meglio e non limitandosi a interpretarlo alla sua maniera, ma facendo esattamente ciò che ci si aspetta da un vice Leao.

Per esempio offrendosi quale sponda per mandare in area Hernandez, e cercando lui stesso il fondo del campo per poi crossare il pallone in mezzo all’area laziale. Non potendo dare il medesimo contributo offensivo del più celebre compagno di sqaudra, ha preferito lottare sulle palle sporche, e proprio da un suo recupero della sfera nasce l’azione del gol di Bennacer.

Nella ripresa, ricordandosi di essere un ex terzino (a questo proposito, forse chi gli chiede di essere più efficace sotto porta dimentica questo dettaglio) avanza con molta più parsimonia, tenendo la posizione e cercando insieme a tutta la squadra di non dare troppo gas al ritmo partita, così da non rischiare nulla in difesa evitando farsi attaccare alle spalle da un Milinkovic-Savic che in realtà gli crea molti pochi problemi.

Tutti sperano che Leao possa essere in campo mercoledì, ma così non fosse, Saelemaekers è in pole position. Il belga rappresenta appieno, insieme a Krunic, il soldatino fidato della brigata agli ordini di Stefano Pioli. Sono quegli elementi poco appariscenti che rappresentano il jolly nel mazzo degli allenatori. Si pongono esattamente dove il tecnico ritiene siano più utili e tali si rivelano con rigorosa puntualità. E c’è da scommettere che se toccherà a lui andare in campo nel match di andata della semifinale, saprà essere all’altezza. Magari, chi lo sa, persino decisivo.