Il Milan ha trovato questa mattina ad Udine una vittoria tanto difficile quanto preziosa. Un campo storicamente ostico – solo due vittorie negli ultimi dieci anni in quel del Friuli – e ad un orario non certo “fortunato”. Deve ringraziare il solito, incommensurabile, Zlatan Ibrahimovic, con la rovesciata a cinque dalla fine, ma anche le ottime prestazioni di Kessié, Kjaer, Dalot, Diaz, Bennacer ed anche del rientrante Ante Rebic. Pioli, dunque, può esultare ancora una volta per una squadra arcigna, ma di qualità; che non si arrende mai, ma che sa anche giocare a calcio. L’unica nota leggermente stonata emersa dalla gara della Dacia Arena è forse relativa alla prestazione di Alessio Romagnoli.
Romagnoli, la condizione non è ancora delle migliori
E’ rientrato da un paio di settimane dopo tre mesi di stop a causa di una lesione muscolare a polpaccio, e di questo non può assolutamente non tenersi conto. Ma la sensazione del Romagnoli visto nelle ultime uscite è quella di un calciatore poco lucido e pertanto troppo spesso in ritardo. Lo si è visto un paio di volte nel derby contro – va detto – un cliente complicatissimo come Lukaku, idem contro la Roma di Dzeko e purtroppo anche questo pomeriggio. Il rigore fischiato da Pairetto è tutto fuorché limpido, ma Romagnoli poteva di certo essere meno ingenuo ed irruento nell’entrata su Pussetto. Ciò soprattutto considerando che l’argentino dell’Udinese era praticamente inoffensivo in quella posizione.
Romagnoli, ora è il momento del salto di qualità definitivo
Del resto, per tanti anni (praticamente sin dal suo arrivo in rossonero nel 2015) tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Milan si sono giustamente lamentati del fatto che il capitano non avesse un compagno di reparto di livello. Ciò costringeva spesso e volentieri un calciatore giovane come lui a “lavorare per due”, e delle annate non certo indimenticabili del Milan hanno sicuramente frenato il suo percorso di crescita. Ma adesso, con accanto un Simon Kjaer di questo livello eccelso, l’ex Sampdoria non ha più scusanti per non stare al passo. E’ arrivato il momento di fare il definitivo salto di qualità, e di dimostrare che può essere più di un semplice buon difensore. In un Milan che viaggia a velocità sostenuta, insomma, il suo capitano deve trainare il gruppo, prima di tutto con le prestazioni.
E’ un po’ quello che crediamo si auguri anche Roberto Mancini. In Nazionale, infatti, ci troviamo di fronte allo stesso percorso “a rilento”, che ancora non lo ha portato ad essere un punto fermo degli Azzurri. Ciò nonostante, dopo l’addio di Barzagli e con Chiellini al tramonto della carriera, tutti pensassero che fosse lui il partner ideale ed inamovibile di Bonucci. Ci sono tutte le componenti per la svolta, caro Alessio: parafrasando l’ultimo messaggio social di Ibrahimovic: “Perché correre se puoi volare?“.
