È stata la settimana delle critiche a Pioli. La scelta di schierare Saelemaekers terzino destro è stata presa come capro espiatorio di una partita, quella con la Doria, che tutta la squadra ha interpretato male, con l’errore di Theo come fotografia dell’approccio di molti.

Per la sfida di domani lo staff tecnico ritrova tutti gli elementi offensivi. Tornano tra i convocati Diaz, Leao e anche Mandzukic. Non un dettaglio, visto che per un mese intero la coperta per le soluzioni d’attacco è stato costantemente molto corta. Non aver avuto carte da giocare per aumentare la pressione offensiva ha condizionato in parte il cammino del Diavolo.

Il Milan del 2021 è stato molto diverso rispetto a quello visto nei primi quattro mesi di stagione. È come se da gennaio si fosse rotto qualcosa, più nella testa forse che nella gambe, perché quelle son sempre state fragili e spesso acciaccate, anche nel 2020.

Nonostante gli infortuni per metà stagione è stata corta, aggressiva e compatta, con capacità di creare e quindi di segnare. Oggi oltre ad avere meno brillantezza, il che è anche comprensibile in parte in aprile, manca quella convinzione, quel piglio che ha reso speciale il Milan e gli ha permesso di stare perfino in testa per 22 giornate.

A questa squadra serve esprimersi al massimo delle proprie possibilità. Se prova a gestirsi finisce per annullarsi come in tante delle ultime gare casalinghe di campionato. Certo la pressione di aver un obiettivo concreto da centrare incide, ma la sensazione è che solo dando il 110% questo gruppo possa raggiungere vittorie e quindi risultati. Ora non ci sono più alibi e non si fanno prigionieri. Servono i tre punti.