Era una gara insidiosa, in un momento negativo in termini di risultati, frustrante per tanti aspetti, all’interno di una stagione che il Milan ha dovuto giocare quasi a perdifiato per sette mesi. Quarantuno partite con quella di ieri, con un numero di infortuni impressionante e oltre dieci casi Covid, ma sopratutto quell’orribile sensazione di aver tutto da perdere nonostante la crescita evidente e le prestazioni mediamente buone.
Il gol di Ribery aveva fatto materializzare qualche fantasma, peraltro con quell’esultanza alla Pienaar, centrocampista sudafricano dell’Ajax che nello storico quarto di finale di ritorno nel 2003 in Champions League firmò il momentaneo 2-2 a San Siro. E dal guano del Franchi Pioli ha provato a tirar fuori il Diavolo con la qualità, con le reminiscenze della squadra che lui stesso aveva plasmato ad inizio anno, con Bennacer finalmente di nuovo in regia.
Quasi per magia la squadra non ha sentito le fatiche di coppa ed è tornata a macinare gioco, con ritmo, tecnica, e una ritrovata convinzione. In queste pagine abbiamo invocato il ritorno dell’asse Ismael – Hakan, come moltissimi tifosi, e riteniamo verosimilmente che non sia una casualità che in buona sostanza la differenza l’abbiano fatta proprio loro, nella gestione della sfera uno e con un destro da biliardo l’altro.
A vedere il finale di gara di Firenze da una parte dà un pizzico di fiducia in più per la volata Champions, dall’altra genera qualche rimpianto sul tipo di annata che avrebbe potuto essere e non è stata. Non aver avuto Bennacer per tre mesi, ha obbligato lo staff tecnico a ridisegnare un modo di stare in campo molto diverso, talmente differente che quasi ci si era dimenticati di quanto fitta di passaggi potesse esser la trama rossonera. Nel match contro la Viola, Pioli ha puntato tutto sulla tecnica e Diaz non a caso è stato in campo parecchi minuti, sbagliando qualcosa ma essendo ancora decisivo. Tre gol di cui due su azione era tanto da MIlan – Crotone che non si vedevano. Un mese e mezzo lunghissimo che c’è costato parecchio. Ora serve solo guardare avanti, un po’ più confidenti.