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Pioli: “La squadra è entusiasmante. Concetto, qualità e sacrificio sono le caratteristiche che fanno la differenza”

Dal palco del “Festival dello Sport” di Trento, il tecnico del Milan, Stefano Pioli, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Trapattoni è stato molto importante per me. Sono arrivato alla Juventus da giovanissimo e ho frequentato un ambiente e uno spogliatoio con grandi persone. Mi ha trasmesso tanta passione. Pur avendo già vinto tutto, tutti i giorni si fermava con i giovani per migliorarci. Dimostrava una voglia e una passione contagiosa. Ho avuto tantissimi allenatori bravi: Trapattoni, Bagnoli e Claudio Ranieri“.

Pioli prosegue: “Con i giocatori bisogna essere diretti e chiari, sia negli aspetti positivi che in quelli negativi. Bisogna stabilire degli obiettivi già in partenza. Ci vuole tempo per costruire certi rapporti, con qualcuno trovi un’empatia istantanea. Io sono un po’ diffidente. Litigo tutti i giorni con il gruppo, è normale avere delle discussioni. Esistono dei momenti di tensione, avendo a che fare con un gruppo numeroso. La vicenda Eriksen ha colpito tutti. Mi sentivo anche io in parte in causa per Simon. Per fortuna è finita bene. La sconfitta di Bergamo è stata molto pesante, ma credo che ci abbia insegnato tantissime cose. Siamo ripartiti con più convinzione e più forza. Da lì è nato il nostro Milan. Dalle situazioni negative si possono trovare delle esperienze negative. Speriamo che l’ultima giornata dello scorso anno non sia il punto più alto di questa squadra”.

Ancora Pioli: “Dobbiamo crederci. Sono stati risultati negativi, ma sono state prestazioni che ci hanno dato fiducia. La classifica in questo momento è negativa ma quattro partite sono tante. Un aggettivo per la squadra? Entusiasmante. È un gruppo che mi piace: sono responsabili e condividono le tipologie di lavoro. Un allenatore ha la percezione della propria squadra e ai miei giocatori piace il nostro modo di giocare. Ogni mattina mi alzo sempre con positività e credo nel lavoro e nel miglioramento. Ma bisogna confrontarsi con la realtà. Però ho sempre creduto nei miei giocatori. Milanello è un ambiente dove si lavora benissimo. Già dalla prima riunione c’è stata sintonia. Poi il rapporto va costruito ed oggi mi sento completamente a mio agio, soprattutto con il progetto che è stato intrapreso partendo dai giovani”.

Pioli continua: “Non è facile spiegare cosa sia successo nel lockdown. Già da gennaio in poi si era capito il valore della squadra. Ci sono state un paio di settimane dove non abbiamo parlato con la squadra. Quando abbiamo ripreso gli allenamenti ‘a distanza’ abbiamo iniziato a lavorare insieme e a confrontarci. Lì ho sentito qualcosa. Sono cose difficili da spiegare, ma il merito va ai giocatori. Ora abbiamo un progetto che sta dando risultati. Bisogna trovare i talenti e bisogna essere bravi nel farlo. Quando investi sui giovani è normale che serva tempo. Il club ha fatto una scelta ben ponderata. Tonali? È cresciuto. Le qualità le ha sempre avute ed è in continua crescita. Sarà un giocatore importante per il Milan e migliorerà tanto. Al nuovo calcio servono strutture nuove. In Europa gli stadi sono molto più moderni e sono abituati ad accogliere un pubblico giovane. Si potrebbe partire da quello per migliorare. Spero di essere l’allenatore del Milan con il nuovo stadio”.

Sempre Pioli: “Spero che i giovani non mi vedano troppo vecchio. Il rapporto è allenatore-giocatore, ma i giovani sanno che hanno bisogno di consigli e di indicazioni. Qualche ragazzo ogni tanto mi manifesta situazioni personali, ed è un segnale di confidenza. Hanno bisogno di essere trattati come giovani: dai consigli dopo una discussione con la famiglia alla litigata con la fidanzata. Ibrahimovic è una persona intelligente e simpatica. Al primo colloquio mi disse ‘Mister, non dare retta a quelli che dicono che non sono pronto. Io sono qui per fare il giocatore e tu l’allenatore’. E io sto cercando di fare l’allenatore. Nello spogliatoio sa come comportarsi. A Sanremo? Non l’ho visto, avevo altro da fare (ride, ndr). Io continuo a dirgli di pensare al calcio. Qualunque cosa farà nel futuro, farà carriera. È di un livello impressionante. In campo vede il gioco prima degli altri, Zlatan non sbaglia mai la scelta. La mia crescita va di pari passo con la struttura dello staff che ho. Ho dei collaboratori molto giovani, che a livello tecnologico mi sono avanti anni luce. Bisogna interpretare dati e statistiche, ma è l’occhio che deve fare la differenza. Il mio obiettivo è quello di migliorare e sfruttare le caratteristiche dei singoli. Bisogna metterli in condizione. Concetto, qualità e sacrificio sono le caratteristiche che fanno la differenza. Credo che Zlatan abbia dimostrato tanta intelligenza. Sapeva il momento che stava attraversando la squadra e nelle prime settimane ha osservato i suoi compagni. Oggi i giocatori lo vedono come un leader totale, ma sanno che possono trovare una persona altruista, pronta ad aiutare”.

Pioli conclude: “Matteo Osti e Giacomo Murelli mi danno una grandissima mano, sono soddisfatto di loro. Daniel Maldini ha qualità e talento, è all’inizio del suo percorso ed ha un nome pesante. Il Milan ha una grande storia: ogni volta, a Milanello, passo davanti alla statua di Rocco e penso che guardi ogni mio allenamento. I giocatori sono stimolati dall’ambiente. I tifosi sono molto vicini e sono passionali. È una tifoseria che nei momenti di difficoltà abbiamo sempre sentito con noi. Quando l’anno scorso gli addetti ai lavori dicevano che il Milan era forte senza tifosi, si sbagliavano. Bisognava mettere sul piatto tutte le difficoltà che esistono senza i tifosi allo stadio. Ora siamo più preparati a sostenere le pressioni, ma siamo più forti perché abbiamo un’energia superiore. Con l’Atletico ho perso le staffe, abbiamo perso un po’ per nostre ingenuità, un po’ per situazioni esterne. L’arbitro non è stato il migliore in campo. Abbiamo iniziato bene. Siamo una squadra forte, ma la competizione sarà difficile e molto equilibrata. Ce la giocheremo fino alla fine”.

Milan: Stefano Pioli
Milan: Stefano Pioli – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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