Nessuno oggi è in grado di fare una previsione circa il futuro di Stefano Pioli in caso di mancata qualificazione del Milan alla prossima Champions League. Mai come quest’anno, infatti, i destini dei tecnici delle “grandi” si decidono all’ultima curva e mai come quest’anno il domino delle panchine potrebbe rivelarsi piuttosto ampio. Sembra proprio che nessuna squadra, compresa l’Inter, sia cerca di ricominciare a luglio con lo stesso tecnico che oggi siede in panchina.

I neo campioni d’Italia sono alle prese con una crisi finanziaria che potrebbe seriamente compromettere il rapporto tra la proprietà e Antonio Conte. La Juventus sembra aver già deciso l’esonero di Andrea Pirlo, che pagherebbe comunque i troppi punti persi male con le “piccole” e l’ennesima prematura uscita dalla Champions. La stessa Atalanta, che domani ospiterà il Milan, potrebbe vedersi sfilare Giampiero Gasperini, attratto da altre sirene. E pure il Napoli ha già scelto di separarsi da Rino Gattuso. Senza dimenticare la Roma che ha già scelto José Mourinho e la Lazio che non è certa di continuare con Simone Inzaghi. Fino a sette giorni fa in tutto questo vortice l’unica squadra di vertice potenzialmente più sicura di confermare la propria guida era il Milan. Ora, invece, il mancato match-ball di domenica scorsa contro il Cagliari mette a rischio anche la posizione di Pioli che – sembra paradossale – è l’unico allenatore rispetto agli altri che appende il suo destino alla gara dell’ultimo turno di campionato.

Analizzando il quadro più negativo, ovvero quello di una qualificazione all’Europa League, la posizione dell’allenatore rossonero andrebbe in crisi. E verrebbe così il momento di analizzare gli “alibi” che sono gli stessi esplicitati oggi in conferenza stampa dallo stesso Pioli. Il primo riguarda la maratona di questa stagione iniziata addirittura coi preliminari di Europa League: “Da settembre giochiamo ogni tre giorni, non abbiamo perso fiducia nelle nostre qualità – ha spiegato il tecnico -. Dobbiamo fare l’ultimo sforzo”. La seconda parziale giustificazione è l’infermeria: “Sicuramente gli infortuni hanno inciso, abbiamo avuto due blocchi di infortuni con dei reparti completi fuori per alcune partite. Questo ci ha impedito di fare le giuste rotazioni, i giocatori infortunati hanno avuto più tempo per recuperare la condizione ottimale”. Pioli meriterebbe comunque un’altra chance anche senza Champions? Se vogliamo intendere il Milan come un progetto in crescita, anno dopo anno, senz’altro questo processo è tangibile, pur in un equilibrio psicologico ancora fragile. Verrebbe da dire che ci vorrebbe più grinta e carattere per tenere sempre alta l’asticella. E queste caratteristiche non può incarnarle solo il leader quarantenne dello spogliatoio…