HomeIn evidenzaLa Pasqua del Milan: la risurrezione e il mistero del Diavolo

La Pasqua del Milan: la risurrezione e il mistero del Diavolo

La Pasqua del Milan è di quelle dolci e amare allo stesso tempo. Dolce perché permette alla società di guardare al futuro con rinnovato splendore, conscio che la vittoria per 4-0 maturata a Napoli contro i partenopei, se proprio non la vogliamo considerare schiacciante perché può essere etichettata come semplice scivolone della squadra di Spalletti, può essere il giusto viatico verso la doppia semifinale di Champions, con le due sfide in programma mercoledì 12 aprile e martedì 18 aprile. Dall’altra, però, c’è la tristezza per aver sbagliato troppe gare, aver perso troppi punti per strada che costringeranno gli attuali Campioni d’Italia a dover cedere il titolo proprio a Oshimen e compagni. Milan che, giusto sottolineare, è stata l’unica squadra capace di mettere in difficoltà il Napoli sia all’andata, sia al ritorno.

Milan-Napoli: Theo Hernandez, Giovanni Di Lorenzo (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Napoli: Theo Hernandez, Giovanni Di Lorenzo (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

La Pasqua del Milan, che sia di resurrezione nel mistero del Diavolo

E tutti sperano che la Pasqua del Milan sia di resurrezione per questo povero Diavolo. Martoriato in campo, spesso, ma sano all’esterno, con i suoi conti economici che lentamente tornano a posto e il suo outlook sul lungo periodo sempre positivo. Ma la Pasqua del Milan è anche di mistero, per un mercato estivo che proprio non decolla: De Ketelaere è un punto di domanda, Origi molto impacciato, Adli non pervenuto. Certo, la vecchia guardia è stata la vera risurrezione del Milan, con Krunic riproposto con le vesta di Kessie e Brahim Diaz che segna poco e lo fa quasi esclusivamente nelle gare che contano.

Milan-Tottenham: Malick Thiaw, Rade Krunic, Richarlison (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Tottenham: Malick Thiaw, Rade Krunic, Richarlison (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Che la Pasqua del Milan non sia il capolinea di Maldini e Massara

E poi loro, l’ala sportiva. Paolo Maldini da una parte, Frederic Massara dall’altra. Avranno sbagliato in alcuni casi, vero (basti citare i nomi fatti prima relativi al mercato invernale), ma in molti altri ci hanno azzeccato: Theo Hernandez, lo stesso Brahim Diaz, Rafael Leao e così via. Giocatori che, una volta venduti, metteranno davvero a posto i conti della società. Sperando che questo, però, non sia il capolinea dell’ala sportiva, sempre più in silenzio e nell’ombra ma pronta, quando serve, a difendere le proprie scelte e i propri giocatori. Lo ha insegnato Maldini a Napoli, quando ha difeso Leao da Spalletti: che questo sia il giusto spirito, uno spirito che sa proprio di Pasqua del Milan. La risurrezione del Diavolo è pronta a partire.

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