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Le pagelle di Milan-Stella Rossa: Romagnoli da incubo, anche Dalot e Rebic dietro la lavagna. Miracolo Gigio. Tomori e Kessie tengono in piedi la baracca

DONNARUMMA 7 – Pare assurdo se si considera che si sta giocando contro la Stella Rossa, ma la qualificazione passa da lui. La parata al 70′ su Sanogo è qualcosa di fenomenale. Rinnovo, subito.

CALABRIA 5.5 – A tratti il Calabria “2019 version” timido e pasticcione. Nel finale di primo tempo l’unica fiammata che con cui apparecchia per Dalot, il quale però calcia addosso a Borja (dal 72′, THEO HERNANDEZ 5.5 – Dal suo ingresso ci si aspetta una scarica di adrenalina e freschezza. Se ne ricava solo qualche stop sbagliato e poco più).

TOMORI 6.5 – Unico pienamente sufficiente dell’incontro, sopperisce alle carenze del compagno di reparto arrivando sempre puntuale in chiusura. Dominante sulle palle aeree, abbozza anche un paio di lanci interessanti. Sorpresa.

ROMAGNOLI 4.5 – Dietro la lavagna. Lascia due metri a Ben che lo castiga, facendo 1-1. Non si alza insieme ai compagni lasciando libero Sanogo di calciare nell’area piccola (e Donnarumma si supera). Ci si aspettava una reazione d’orgoglio dopo le critiche nel derby, ma la risposta sul campo è impietosa.

DALOT 4.5 – Male a sinistra, male a destra. Oltre a non azzeccare un cross, è spesso in ritardo sulle chiusure e fallisce il colpo del 2-1. Il mancato controllo a pochi secondi dalla fine è una scena da film horror sul quale il direttore di gara – per fortuna dei rossoneri – cala il sipario).

MEITE 5.5 – Primo tempo da dimenticare. Nella ripresa cresce e soprattutto nel finale si rivela determinante nel recupero palla. Chiude il match con una bella verticalizzazione per Rebic, che spreca, e con una chiusura che poi Dalot perde in corner (per fortuna a pochi secondi dal triplice fischio).

KESSIE 6 – Forse il più costante in tutto l’incontro. Oltre a segnare il rigore che pare possa spianare la strada ai rossoneri e invece si rivela un gol preziosissimo (e risicatissimo) ai fini della qualificazione, tiene in piedi la baracca per 75′, fino al risveglio inaspettato di Meite.

CASTILLEJO 5.5 – Difficile giudicare la sua prestazione, i palloni toccati si contano davvero sulle dita di una mano (dal 72′, SAELEMAEKERS 6 – Senza fare nulla di eccezionale, dà la scossa alla squadra. Segna un gol su assist di Ibra – che poi viene giustamente annullato per fuorigioco dello svedese – e inserisce sostanza sulla catena di destra, con lo spostamento di Dalot divenuta vulnerabile).

KRUNIC 6 – Una sufficienza stiracchiata, figlia di una prestazione collettiva al limite dell’indecoroso. Causa il rigore con il quale il Milan si porta in vantaggio (dal 46′, REBIC 4.5 – L’impatto sul match sembra buono nei primi minuti: un pallone recuperato, tanto pressing e voglia di incidere. Dopo una sponda di Ibra non raccolta a pochi passi da Borja, inizia l’escalation di strafalcioni che lo porta ad essere annoverato tra i peggiori in campo. Preoccupante involuzione).

CALHANOGLU 5 – Spostato dal suo naturale ruolo di trequartista, come ogni volta in cui succede, si trasforma nel gemello scarso. Dopo un primo tempo impalpabile, con l’uscita di Krunic ritorna in mezzo ma la musica non cambia: troppi errori in mezzo al campo e nell’ultimo passaggio.

LEAO 5.5 – Si gioca male l’occasione da vice Ibra. Comincia con il piglio giusto, provando la sfondamento centrale con il suo avanzare sinuoso, ma nel corso del primo tempo si perde come suo solito e trasmette svogliatezza e superficialità (dal 46′, IBRAHIMOVIC 6.5 – La sensazione che dopo il suo ingresso possa cambiare qualcosa si avverte subito. Solo dagli spalti però, perché i compagni in campo non riescono a stargli dietro. Spazientito dalla pochezza della manovra offensiva, a metà della ripresa si improvvisa anche playmaker. Ora c’è veramente bisogno della sua mano).

PIOLI 5 – Ripetere in conferenza che altre gare non saranno più sottovalutate a mo’ di Spezia e che l’Europa League rimane un obiettivo concreto non basta. L’impressione dal campo è quella di una squadra che approccia la gara con superficialità e la prosegue peggio. I rossoneri faticano a produrre gioco e soprattutto occasioni. Anche in occasione di questa partita si ritrovano in superiorità numerica a 20′ dal termine, ma le occasioni dei serbi piovono a grappoli. La facilità con cui penetrano gli avversari e la sterilità offensiva cominciano a diventare preoccupanti.

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