DONNARUMMA 7.5 – Salva il Milan dalla sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso con due miracoli sensazionali. Difficile pensare che i rossoneri si possano privare del proprio portierone, ma se l’andazzo è questo, bisogna cominciare ad abituarcisi.
CALABRIA 6 – Gioca egregiamente un’ora abbondante, poi cede il passo a Dalot per cercare più spinta. Ci prova nel primo tempo con un buon tiro da fuori che termina largo di pochissimo, ma non basta (dal 63′, DALOT 6).
KJAER 6 – Non una prova complicatissima per il danese che comincia ad avere qualche grattacapo in più con l’ingresso di Cerri nel finale. Nulla da rilevare, partita pulita e attenta.
TOMORI 5.5 – Si fa sorprendere dal cross di Joao Pedro perdendosi Pavoletti, Gigio ci mette una pezza. Un solo errore che poteva costare caro, ancor più di questo scialbo pareggio che complica decisamente le cose ai rossoneri.
HERNANDEZ 6 – Senza particolari lodi, senza infamie. In fase difensiva non ha nulla da farsi perdonare, mentre davanti qualcosina in pi potrebbe osare. Da uno che sigla una doppietta del genere tre giorni prima e che può seminare il panico ogni volta che scende, ci si aspetta qualcosa di più del semplice compitino.
KESSIE 5.5 – Un “Presidente” decisamente meno lucido e preciso rispetto a quello visto nelle due trasferte torinesi. In fase di contenimento sbaglia praticamente nulla, in costruzione invece sì. Prova due volte il tiro dalla distanza, in maniera inutile e velleitaria. Nella partita della verità, risponde presente ma con voce timida.
BENNACER 6 – Nel primo tempo più ispirato del compagno di reparto, semina il panico a metà primo tempo con una discesa incontenibile. Nella ripresa viene sostituito da Pioli, che forse non si fida ancora a tenerlo in campo per più di un’ora (dal 63′, MEITE 5.5)
SAELEMAEKERS 6 – L’unico vero squillo rossonero nel primo tempo è il suo, con un tiro da fuori molto pericoloso che Cragno mette in angolo. Nonostante una prova onesta, nell’intervallo cede il posto a Leao, che più di ogni altro lì davanti prova a cambiare ritmo alla gara dei suoi (dal 46′, LEAO 6.5).
CALHANOGLU 5 – Deludente. Il numero 10, quello che dovrebbe inventare quando il resto della squadra è poco ispirato, si perde spesso con la palla tra i piedi e rallenta la manovra facendo perdere i tempi di gioco ai suoi compagni. Anche la mira da fuori, contrariamente al solito, lascia parecchio a desiderare (dall’88’, MANDZUKIC s.v.).
DIAZ 5.5 – Evidentemente era l’aria di Torino. Ricatapultato a San Siro, il folletto spagnolo si perde nei giochi di gambe e nella fitta rete della difesa cagliaritana che si schiera con dieci uomini dietro la linea del pallone. Rispetto alle due gare con Juve e Toro, non dribla, non crea e non segna. Infatti esce (dal 66′, CASTILLEJO 6).
REBIC 5 – L’impegno c’è, e lo dimostra anche al 70′ quando torna fino alla propria trequarti per bloccare la ripartenza sarda. Ma in gare come questa non basta e sotto porta è fiacco e anche in costruzione azzecca pochi passaggi. Ha da farsi perdonare l’incornata mancata sullo splendido cross tagliato di Dalot a un quarto d’ora dalla fine.
PIOLI 5 – Nella gara più importante da quando siede sulla panchina rossonera, presenta una squadra troppo timida e sterile, che nell’arco di 90′ non riesce a creare una concreta e nitida occasione da rete. Ha l’attenuante dell’assenza di Ibra, unica vera prima punta in rosa, ma nella “partita da vincere” ci si aspetta il coltello tra i denti. Partita più da agnellino che da lupo feroce.
