Olivier Giroud ha tradito Stefano Pioli. Sì, avete letto bene. Una frase che suona forse un po’ forte e che nessuno si sarebbe mai aspettato di leggere. E sembra strano dirlo proprio dopo una doppietta e dopo il ritorno al gol in una partita difficile ed importante come quella di Napoli ma purtroppo è così.

Non per la reazione rabbiosa al momento della sostituzione, quello capita spesso ed anzi poteva sembrar strano non aver ancora assistito ad una scenata del genere da parte di un giocatore del Milan. Emotivamente, dentro il campo, in una situazione difficile, i nervi possono saltare a tutti e spesso – edulcorandola – una reazione di queste è vista come una dimostrazione di attaccamento alla maglia non poi così tanto scontata.

Quello che invece suona come un vero e proprio tradimento nei confronti del mister sono le dichiarazioni di fine partita. “Non sapevamo più se attaccare o difendere”, ovviamente riferite al momento di blackout del secondo tempo del Maradona che ha visto il Napoli rimontare i due gol e rischiare anche di vincerla nel finale.

Ammesso e non concesso che i problemi del Milan continuano a vedersi. Ammesso e non concesso che un secondo tempo del genere, soprattutto se chiudi 0-2 una prima frazione semplicemente perfetta, non puoi e non devi giocarlo. Delle dichiarazioni così sembrano alquanto eccessive. Eccessive perché rischiano di mettere alla gogna mediatica e non solo un allenatore che – per usare un eufemismo – non sta vivendo il momento migliore della sua avventura rossonera. Eccessive perché anche chi Pioli lo detesta – sportivamente parlando, ci mancherebbe – non può mai pensare che il Milan, da grande squadra qual è, durante una partita non sappia se è il momento di attaccare o il momento di difendere.

Probabilmente nel secondo tempo di Napoli c’è stato più di qualche misunderstanding che, unito ai soliti errori dei singoli, ha portato alla rimonta partenopea, ma sfido chiunque a dire che non sapeva quale fosse il piano gara. A dire che i giocatori in campo guidati dall’allenatore in panchina non sapessero se attaccare per cercare il tris o difendersi da una possibile rimonta.

Che il Napoli, campione d’Italia in carica e squadra di talento e classe, avesse una reazione quantomeno d’orgoglio nella ripresa era scontato mettere in conto. Quella che, come purtroppo si è visto, non era poi così tanto scontata era la capacità da parte del Milan di dimostrarsi squadra matura per portare a termine in maniera pulita una gara che fino al minuto 45 è stata perfetta, poi il blackout. Dalla perfezione alla – quasi totale – distruzione.

Ed il carico da undici ci ha pensato a metterlo proprio il giocatore più esperto e con più esperienza internazionale della rosa. Quel quasi capitano Olivier Giroud. Che pur di aiutare la squadra si mette anche in porta o in difesa dopo 90 minuti a 37 anni. Quel giocatore capace di fare una doppietta ma poi disfare tutto o quasi con delle parole che potrebbero destabilizzare l’ambiente ma non solo. Perché che Pioli non avesse più in mano lo spogliatoio già lo sapevamo, ma metterlo in evidenza non era poi così necessario. Oli, questa volta hai un po’ esagerato.