Intervenuto sulle frequenze di Radio 24, il presidente del Milan, Paolo Scaroni, lancia un messaggio molto chiaro alle istituzioni con riguardo alla costruzione del nuovo stadio di Milano: “Mi aspettavo fossimo più celeri soprattutto noi a Milano che è una città del fare. Così non è stato, ma il nostro Paese lo conosciamo, siamo bravi a perdere occasioni perché la burocrazia ci frena. Una delle ragioni per cui guardiamo fuori Milano è perché sposeremo il progetto con i tempi di realizzazioni più brevi. Abbiamo urgenza di avere un nuovo stadio“.
Scaroni prosegue: “Inter e Milan hanno la stessa visione perchè hanno la stessa ambizione di giocare un ruolo di primo piano nel calcio europeo, lo stadio è il primo ingrediente per il successo, lo pensano anche i nostri tifosi. Quello che è mancato in questo progetto è che questo progetto è rimasto soltanto quello di Milan e Inter. Non è mai diventato il progetto per Milano. Resta solo il concetto che sia per noi e non per la città. San Siro è iconico perché ci hanno giocato Inter e Milan. Lo stadio è diventato famoso perché è merito dei risultati dei due club. Se andassero da un’altra parte, quell’altra parte diventerebbe altrettanto iconico. Ho notato che il comune di Genova, per la diga che stanno costruendo, ci ha messo solo 3 mesi. I tempi del dibattito pubblico si possono accorciare. Noi forniremo al comune tutto quello che gli serve, ma dovrà essere fatto in tempi brevi. I club con i quali si incontrano Inter e Milan in Europa hanno ricavi da stadio 3 volte superiori alle nostre. Come si fa a competere così?“.
Ancora Scaroni: “Quando un giocatore fa richieste che non sono sostenibili, noi accettiamo di perderlo a zero. Faccio i complimenti a Gazidis, Maldini e Massara per aver ottenuto risultati grandissimi pur mantenendo sotto controllo i conti. La prima scelta è stata fatta su Pioli e bisogna dar loro il merito che in questi due anni l’allenatore è stato importante. Io in budget ho scritto di arrivare quarto, quello che viene dopo è tutto di guadagnato. Poi non pongo limiti alla provvidenza“.