C’è voglia di fare la storia. Spalletti e Pioli non hanno mai calcato il palcoscenico delle semifinali di Champions League, ed il loro sogno personale non si realizzerà di certo solo con la voglia di vincere. Una squadra ha vinto lo scudetto, l’altra lo vincerà tra poco: qualcosa, sul piano dell’intelligenza tattica, ce l’hanno. La Gazzetta dello Sport analizza i moduli a poche ore dal calcio d’inizio.
Premessa: il Napoli ha sempre vinto al Maradona in questa edizione della Champions. Il Liverpool è stato solo l’inizio di un’epopea inimmaginabile, quindi Pioli sa benissimo che servirà tirare i remi in barca, con l’esperto Kjaer e Tomori, coppia dell’andata, a capeggiare la battaglia contro Kvaratskhelia e Osimhen. Il nigeriano, secondo la Rosea, sarà la chiave tattica della partita, perché cercherà quella profondità che è mancata a San Siro. Profondità che garantisce Leao, anche se in singolo: il gol segnato in Serie A ed il gol mancato in Europa sono buchi difensivi terribili da non concedere più per il Napoli.
Politano, scelto al posto di Lozano, è un’idea da non sottovalutare: l’esterno italiano ha geometrie in più rispetto al messicano, più bravo negli inserimenti. Tanta pesantezza difensiva per il Milan, poi. Servirà una prestazione simile a quella di Londra, dove la retroguardia ha concesso poco e nulla contro una squadra comunque di Premier League come il Tottenham.