L’ex responsabile del settore giovanile del Milan Filippo Galli ha rilasciato una breve intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport per commentare, dal punto di vista rossonero, lo scontro che c’è stato all’interno degli spogliatoi tra Luciano Spalletti e Paolo Maldini nel corso di Napoli-Milan. Ecco il suo pensiero.
“Era una partita tesa, la prima di un trittico delicatissimo. Ho rivisto il Paolo calciatore, il capitano che di istinto si muove per la squadra e dice: ‘Sono qui e la difendo’. Ha sempre avuto dentro il senso della leadership, nello spogliatoio si faceva sentire anche prima di diventare un senatore. Questione di DNA“.
Galli conclude: “Da compagno non lo abbiamo mai vissuto come ‘il figlio di’. Fin da giovanissimo Paolo stava nel gruppo dei più grandi in modo naturale, non ha mai fatto pesare a nessuno la carta di identità. Forse, piuttosto, una certa dose di sofferenza se l’è portata dentro lo stesso Paolo ai primi tempi, ma l’ha superata grazie a una grande forza interiore. E poi il campo parlava per lui… E da dirigente? È cresciuto molto rispetto agli inizi. Ha studiato, ha imparato da chi aveva accanto ed è diventato bravissimo. Specialmente nella scelta dei tempi: sa sempre quando prendere posizione e metterci la faccia“.