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MP VIDEO – Primavera, Abate: “Camarda può diventare un grande giocatore, ma stiamo attenti con i paragoni. Deve ancora crescere”

Ignazio Abate ha parlato dopo l’incredibile vittoria in Youth League del suo Milan Primavera contro il PSG. Ecco le sue impressioni sulla gara ai nostri microfoni. 

Una grande stagione:L’obiettivo primario è passare il girone, complicatissimo e con squadre di altissimo livello. Stiamo dimostrando che ce la possiamo giocare bene, possiamo avere la fortuna di arrivare primi e saltare un turno. Entrare nelle prime otto sarebbe l’obiettivo minimo, ma l’appetito vien mangiando…noi non dobbiamo porci limiti. È stimolante affrontare avversari così, poi queste partite si possono vincere o perdere. Se abbiamo questa mentalità i risultati arriveranno“.

La partita di oggi:Sono soddisfattissimo per i ragazzi, per come è arrivata la vittoria. Poi la soddisfazione vale doppio per il cuore e per il senso d’appartenenza. Dall’altro lato sono incazzato nero per aver concesso un gol a trenta secondi dalla fine. Il primo tempo eravamo in comando totale, ma non abbiamo avuto la cattiveria di chiudere la partita. Potevamo andare sul 3-0, ma sull’1-0 ci siamo specchiati. Abbiamo fatto una fase difensiva con sufficienza, arrivando sulla trequarti con facilità per il nostro buon movimento palla. Eravamo un po’ inconcludenti, e abbiamo preso due ripartenze con gol. È stata una partita sporca anche per la loro intensità, ma alla lunga ha vinto la squadra che ha meritato di vincere, nonostante le tantissime assenze. Adesso pensiamo a domenica, la sosta arriva al momento giusto. Tireremo un po’ il fiato viste le tante partite. Dobbiamo dare merito ai ragazzi, che martellano tutti i giorni con intensità. Il percorso è quello giusto, stiamo crescendo ma non dobbiamo perdere la fame“.

Su Camarda:Sono obiettivo nelle cose, non devo proteggere nessuno. I ragazzi si devono formare. Lui ha qualità importantissime, ma ho paura che avrà troppa pressione addosso perché ci sono dei paragoni che non stanno né in cielo né in terra. A quindici anni bisogna crescere, poi è in questa categoria e fa notizia: da qui a diventare giocatore vero ce ne passa tanto. Ha un grande carattere, ha fame, ma dobbiamo lasciarlo crescere. Troverà difficoltà, ma noi lo sappiamo. Va sostenuto in quei momenti lì. Il talento è suo, non gliel’ho insegnato io. Oggi ha fatto un colpo da grande giocatore. Poi deve migliorare in tante cose, ma può ambire a diventare un giocatore importante. Lo auguro a lui come a tutti, sono legatissimo a livello emotivo con tutti. Devo bastonare tutti per il loro bene“.

Tanti giocatori a disposizione:Facciamo cicli di 8 partite, giocando ogni 3 giorni c’è spazio per tutti. In base alla partita, al momento di forma deciderò chi mettere. In un settore giovanile non bisogna guardare alle presenze, penso che sia più importante la qualità che la quantità. Bisogna entrare in campo come ha fatto Sia oggi o come Camarda dal primo minuto. Sono troppe le partite, c’è spazio per tutti. Dobbiamo arrivare il più in alto possibile in tutte le competizioni: più andremo avanti, più ci saranno partite a disposizione“.

L’espulsione di Camarda:Ha detto che è andato a salutare un giocatore del PSG, l’arbitro ha visto che ha fatto un gesto ma ha interpretato male. Il ragazzo è dispiaciutissimo, ma anche questi episodi fanno crescere. A fine partita si saluta e si va via veloce, bisogna mettersi nei panni degli avversari: prendi gol al novantesimo, non è semplice da digerire. Sono ragazzi…“.

Rabbia nell’intervallo:Dal punto di vista tattico non ho detto niente perché eravamo in totale controllo. Mi sono arrabbiato per la fase difensiva perché scalavamo male sugli esterni, e mi sono arrabbiato dal punto di vista caratteriale. Non si poteva avere un atteggiamento del genere: se possiamo ammazzare la partita non dobbiamo specchiarci, nel calcio succede di tutto, come oggi. Da questo punto di vista dobbiamo crescere“.

La partita di Jimenez:L’avevamo preparata così, all’andata allargavamo tanto Jimenez e non riuscivamo a trovare traiettorie. Oggi l’abbiamo bloccato un po’ di più e abbiamo trovato infilate per Chaka, poi lui è bravo a venire dentro e spaccare il gioco, spacca la pressione. Ha fatto una buona partita, ma anche lui ha staccato la testa in quei venti minuti finali del primo tempo e non deve succedere“.

Quanto c’è di suo nell’approdo in prima squadra dei giovani:Il merito è dei ragazzi. Noi siamo qui per aiutarli e far capire quale strada devono prendere per diventare giocatori, poi se non hai il fuoco dentro, il talento o la mentalità difficilmente farai il salto. L’orgoglio è di tutti gli allenatori che li hanno avuti nel settore giovanile, di chi li ha cresciuti, ma il salto in prima squadra è grande. Non mi prendo il merito, va solo ai ragazzi“.

 
 
 
 
 
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