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MP RELIVE – Leao presenta il suo libro “Smile”: rivivi con noi l’evento!

Tra pochi minuti, alle 18, presso la sede Mondadori in Duomo, Rafael Leao presenterà il suo nuovo libro intitolato “Smile”. A moderare l’incontro sarà il giornalista Xavier Jacobelli: seguite con noi l’evento!

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LEAO

18.40 – Terminata la presentazione del libro

– Leao: “La musica serve ad esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un’opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente. Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto

– Leao: “Il rinnovo fino al 2028 con il Milan? “Sono bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Non potevo lasciarli. Li amo tanto

– Leao: “Dopo lo scudetto il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino tutto l’anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Ripetere un evento del genere? Ci proviamo, ma è chiaro che non è facile. Adesso venerdì c’è una partita importante. L’Europa League è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti“.

– Leao: “Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace: una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita. Ibra sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico, ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere

– Leao: “La vicenda tra Sporting e Lille è stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via

– Leao: “Il surf mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell’onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare

– Leao: “Gli attestati di stima di Del Piero? Non ci siamo sentiti, ma è un calciatore che guardavo da piccolo. Ho preso il numero 10 per i calciatori che portavano qualcosa di diverso, con magia. È un giocatore che è stato importante per il calcio

– Leao: “Sul razzismo noi giocatori dobbiamo essere i primi a provare a fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni prova sempre a fare qualcosa. Ad Udine è stato difficile per Mike e per tutti noi: bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più

– Leao: “Andare al Porto è stata una decisione difficile per me: ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia, e andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del “Mbappé portogheseW. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese e i primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, ero in buone mani tra allenatore e compagni. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top

– Leao: “Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l’hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così

– Leao: “L’attacco al centro di allenamento allo Sporting è stato un momento difficile per me. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile

Leao: “Tutta la mia famiglia tifa Benfica. Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi doveva portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. Il Benfica si mangia le mani? Per forza (ride, ndr)

18.00 – Inizia la presentazione, le prime parole di Leao: “Da piccolo guardavo Ronaldinho perché mi piaceva come si muoveva in campo. Il calcio di strada mi faceva piacere, facevo quei movimenti quando giocavo con gli amici

Smile-Presentazione-Libro-Rafael-Leao

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