Il tecnico del Monza Giovanni Stroppa ha rilasciato una breve intervista ai microfoni del Corriere della Sera nella quale ha parlato anche di Milan. Ecco le sue parole.
Sul 9 dicembre 1990: “È il punto più alto della mia carriera. Io che segno a Tokyo all’Olimpia Asuncion nella finale di Coppa Intercontinentale. Far parte di quella squadra, eletta dall’Uefa la migliore di sempre, è un grande motivo di orgoglio. Lo sarebbe per chiunque, figuriamoci per me che ho vestito la maglia rossonera per la prima volta a nove anni“.
Su un compagno da bambino che oggi è famoso: “Sì, era Paolo Maldini. Pensi che a 12 anni avevo meditato di smettere: ero un tipo da oratorio, andare tutti i giorni a Milano, cambiare i mezzi per arrivare al centro di allenamento iniziava ad assumere i contorni di un lavoro. Un giorno con papà ho consegnato la borsa al centro di Linate. Dopo qualche giorno son ritornato“.
Sui tanti rossoneri allenatori della sua generazione: “Abbiamo avuto maestri formidabili come Sacchi e Capello. Eravamo gli Harlem Globetrotters del calcio, una delle prime squadre ad avere doppioni in ogni ruolo“.
Su Maldini: “Ci sentiamo ancora, diciamo che prima di concludere un’operazione di mercato mi ha chiesto consigli. Messias? Non ha assolutamente espresso il suo potenziale. Sa fare molto di più a livello tecnico e atletico nonostante si sia già integrato bene e abbia segnato gol importanti. Ora spero che Gaston Ramirez sia il mio Messias a Monza“.