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In questo momento chi è il proprietario del Milan?

Chi ha avuto e ha la pazienza di leggermi e ascoltarmi dal 2015 in poi, conosce ormai perfettamente il mio punto di vista sulle evoluzioni della proprietà del Milan, squadra per cui da sempre faccio il tifo. Recentemente sul mio canale Youtube ho prodotto una serie di video raccolti nella playlist denominata La Cessione Misteriosa: https://www.youtube.com/playlist?list=PLjogvPhwkBVTeOrQoskYyO2JeGjmXI1Bh.

Il primo è uscito a settembre ed era una sorta di teaser che evidentemente ha destato l’attenzione mediatica generale su un grande quesito che dopo l’anno “cinese” era rimasto sopito. La domanda è molto semplice: “In questo momento chi è il proprietario del Milan?”. Nel teaser di settembre ho spiegato come l’attuale composizione dell’azionariato chiarisca in modo inconfutabile una cosa, cioè che Gordon Singer, gestore del Hedge Found Elliott, non è il proprietario del Milan, sicuramente non della maggioranza delle azioni. Ciononostante la sua foto e il Fondo Elliott compaiono su tutti i siti, tutti i giornali e tutte le tv quando si fa riferimento alla proprietà del Milan. Nel video di settembre ho chiarito che questa trasposizione molto comoda e molto sintetica, cioè “Elliott è il proprietario del Milan” non corrisponde alla realtà. Per approfondire questo tema e per scoprire insieme ai tifosi, agli appassionati e in generale agli ascoltatori ho prodotto questa mini serie di video che ha ripercorso tutte le tappe del doppio passaggio di proprietà delle azioni di maggioranza avvenuto tra il 2016 e il 2018. Ho riservato anche un piccolo prologo alla “parentesi” di Mr Bee. Il caso ha voluto che la stessa idea editoriale proprio negli stessi giorni l’abbiano avuta il Corriere della Sera Economia con l’approfondimento pubblicato lunedì scorso 9 novembre e Report che ieri sera su Rai 3 avrebbe dovuto mandare in onda uno speciale che aveva l’obiettivo di illustrare proprio l’esatta composizione azionaria del 99,93% del Milan. Speciale che è stato rinviato di una settimana proprio a poche ore dalla messa in onda, un fatto piuttosto anomalo. Cosiccome anomala è stata la pubblicazione del bilancio 2017 della lussemburghese Blue Sky di D’Avanzo e Cerchione, proprio ieri, il giorno di Report. Pubblicazione avvenuta dal sito di questo avvocato vastese che guarda caso aveva scritto un libro sul tema, dal titolo Il Diavolo è nei dettagli. Con la prefazione di Auro Palomba, il direttore di Community, agenzia di comunicazione ingaggiata da Fassone sia ai tempi del passaggio interista Moratti-Thoihir sia ai tempi del sospiratissimo closing di Yonghong Li.

Chi mi conosce sa bene quanto io sia legato ai colori rossoneri e quanto abbia a cuore le sorti del Milan. La mia mini serie ha un carattere puramente illustrativo o se preferite informativo. Non c’è nessun intento o pretesa di inchiesta, tantomeno di indagine. Non parte da preconcetti né da pregiudizi. Ma, a differenza di gran parte delle altre fonti che negli anni hanno parlato delle vicende societarie, non c’è nessun intento di “comunicazione”. Faccio un esempio chiamando in causa l’ottimo ex collega Pasquale Campopiano che durante il passaggio delle azioni da Fininvest alla Rossoneri Lux di Chen Huashan (per tutti Yonghong Li) aveva scritto un interessante libro dal titolo Nero su Rosso. Quel libro aveva un intento “comunicativo” non “informativo”. E c’è una bella differenza. Si può essere professionisti della comunicazione o dell’informazione e sicuramente il buon Campopiano era ed è un grande professionista della “comunicazione” tanto è vero che dopo aver scritto quel libro ha cominciato a lavorare proprio all’interno della “comunicazione” del Milan. Nulla di strano e nulla di male. L’importante è non confondere i due ambiti e in tutta la narrazione delle vicende societarie rossonere di questi anni spesso i due ambiti hanno avuto delle contiguità. Io, nel mio piccolo, molto molto piccolo, ho sempre provato a informarmi per capire realmente chi stesse acquistando il Milan, il mio amato Milan. E ho cercato di non accodarmi soltanto alle “comunicazioni” ufficiali o alle informazioni acritiche. Con lo stesso spirito, negli scorsi mesi, ho raccolto i dati necessari a ripercorrere tutta la storia dei vari passaggi di proprietà. Partendo e arrivando al fatto che in questo momento la maggioranza delle azioni del Milan è di proprietà di due società anonime del Delaware, la Genio Investment e la King George Investment. E che gli unici possessori di azioni del Milan che hanno un nome e un volto sono Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione, titolari della Blue Sky che detiene il 5% della società lussemburghese che controlla la maggioranza del Milan. Tra l’altro entrambi facenti parte del CDA nonostante esprimano solo meno del 5% del paniere. Con queste informazioni, la mia unica e sola preoccupazione era ed è il futuro del Milan. Una preoccupazione da tifoso e da giornalista sportivo, attento, come dovrebbero esserlo tutti, alle sorti di uno dei più importani club calcistici a livello mondiale. Un club che, purtroppo, da anni non chiude i bilanci in attivo, ma in pesante passivo. Un passivo che invece di ridursi si dilata bilancio dopo bilancio. L’esercizio 2019/20 si è chiuso addirittura con un “rosso” di quasi 200 milioni, a completamento di un escalation che ha visto quello del 17/18 in passivo di 126 milioni e dell’anno dopo in negativo di 146. E la domanda che mi pongo da tifoso e da giornalista è la seguente: ma quando gli investitori o, se preferite i sovvenzionatori, delle due società americane si stuferanno di ripianare ogni anno 200 milioni di passivo che ne sarà del Milan? E’ facile e comodo non pensarci e dedicarsi esclusivamente alle indiscrezioni di calciomercato o ai risultati del campo che, oltretutto ci stanno dando grandissime soddisfazioni. Ma secondo me è sbagliato fare gli “struzzi” e non capire o far finta di non voler capire che avere un proprietario ignoto che ogni anno perde un sacco di soldi sia un rischio per il futuro prossimo del club. Cosiccome pensare che davvero un Hedge Found come Elliott sia disposto a rimetterci di tasca propria 700 milioni in 3 anni per la gestione del Milan. O, peggio ancora, che tutto questo sia il prologo di una nuova cessione del club già pianificata e che culminerà con il passaggio a un grande gruppo industriale di livello mondiale. Questo significa illudere i tifosi e giocare con i loro sentimenti. A questo gioco, mi spiace, il sottoscritto, milanista e giornalista, non prenderà mai parte.

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