L’ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli, durante l’intervista rilasciata a Tuttosport, ha parlato della sua avventura tra le file del Diavolo e dell’attuale situazione rossonera: “Il mio addio? Avrei fatto la stessa cosa. Quando in una società si insedia un nuovo proprietario, quest’ultimo ha il diritto di scegliere i collaboratori. All’epoca, il mio rammarico nasceva dall’impossibilità di completare il lavoro iniziato da un anno, consapevole però di avere avuto l’occasione di lavorare in uno dei club più famosi del mondo”.
Sul mancato arrivo di Rangnick e sul rinnovo di Pioli: “Lo splendido finale di stagione del Milan, la qualificazione all’Europa League e lo straordinario lavoro di Pioli mi hanno reso felice. Maldini sta lavorando molto bene. Faccio i miei complimenti a tutti e sono lieto che il club sia tornato sui suoi passi, confermando Stefano e non pensando più a Rangnick. Pioli ha guadagnato sul campo il diritto di continuare ad allenare il Milan”.
Su Gianluigi Donnarumma: “Sono convinto che il Milan e Donnarumma faranno ogni sforzo per continuare insieme lungo una strada che sarà lastricata di successi. Gigio ha soltanto 21 anni, eppure ha già giocato 203 gare ufficiali in rossonero e 19 partite con l’Italia. Senza nessuna ombra di dubbio, è uno dei più forti portieri al mondo. Giocherà mille partite fra club e Nazionale. Quanto vale? Io dico 100 milioni e non credo di esagerare. Il Covid comporterà certamente un ridimensionamento delle quotazioni, ma questo non accadrà per fuoriclasse come Donnarumma. Sono felice di essere stato io, tre anni fa, a convincerlo a rimanere in rossonero. Diciamo che questo è stato il più bel regalo che potessi fare al Milan”.
Su Calhanoglu: “È stato un colpo di cui vado fiero. Ero certo che avrebbe sfondato. In Pioli ha trovato l’allenatore giusto per valorizzare le sue qualità”.
Sugli altri colpi: “Kessie è tornato a esprimersi su alti livelli, mentre Conti è stato sfortunato, ma ha ancora una grande carriera davanti a sé. Da direttore sportivo del Milan, tra l’altro, ho fatto in modo che rinnovassero anche Romagnoli, Calabria, Gabbia e Cutrone. Quest’ultimo è stato poi ceduto per 22 milioni di euro”.
Su Ibrahimovic: “Lo confermerei senza ombra di dubbio, è il leader che alla squadra mancava da quando si è ritirata la generazione dei Nesta e dei Gattuso”.