Sì, il vincolo ci sarà. La decisione della soprintendenza era nell’aria, ma dopo la riunione dei tecnici tenutasi giovedì la direzione sembra sempre più chiara. La parte di stadio Meazza in San Siro costruita tra il 1953 e il 1955 non potrà essere abbattuta. Come spiega l’edizione milanese odierna del quotidiano la Repubblica, il “vincolo semplice” di cui parla la soprintendenza significa, nella pratica, un no alla demolizione dell’intera struttura, ma un sì alla possibilità di ristrutturarla e venderla. È la pietra tombale sul futuro in città di Milan e Inter, destinate rispettivamente a San Donato Milanese e Rozzano.
Il Comune di Milano non ci sta e con una nota ha espresso l’insoddisfazione per questa scelta: “Se confermata, la decisione della soprintendenza avrebbe conseguenze gravi non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto“.