Diamo a Cesare quel che è di Cesare: in passato, su queste colonne, non sono mancate critiche a Stefano Pioli, ma, con riferimento alla partita di ieri, al tecnico del Milan vanno fatti solo complimenti. Non solo, e non tanto, per la vittoria in sè contro la Lazio, ma anche e soprattutto per come questa è maturata. Probabilmente la miglior partita stagionale, la sesta vittoria su otto partite, un match che nascondeva tante insidie alla vigilia. Sia per il valore dell’avversario, pur sempre vice campione d’Italia e rinforzato dal mercato estivo, m anche perchè il Diavolo era chiamato a dimostrare che la vittoria infrasettimanale in casa del fanalino di coda Cagliari erano stata davvero il segnale della ripresa dopo l’umiliazione subita per mano dell’Inter e lo scialbo 0-0 in Champions contro il Newcastle.
Quella contro la Lazio era la partita perfetta per farsi un check-up sulle proprie condizioni di salute, ed il risultato è stato lampante: il Milan sta bene, e la sconfitta nel derby non ha “infettato” i rossoneri, che anzi sono tornati nuovamente vincenti e convincenti, con una vittoria di gioco, certamente, ma principalmente di personalità e di ritrovata solidità difensiva: togliendo i cinque gol presi tutti insieme da Calhanoglu e soci, il Milan ne ha subiti solo tre in sei partite. Non è un caso, del resto, che tra i migliori in questa prima fase della stagione troviamo Fikayo Tomori (che, per l’appunto, era assente nel derby), tornato quello continuo e affidabile dell’annata Scudetto, dopo una stagione, la scorsa, altamente insufficiente.
Il Milan sta bene, bravo Pioli
La partita era iniziata con grande equilibrio, in un primo tempo molto più di lotta che di ragionamento, ma dal momento in cui è entrata in scena la qualità del Milan, quell’equilibrio è finito. Il Diavolo si è messo su un livello sui cui la Lazio non è riuscita a salire, creando una forbice netta dal punto di vista tecnico, sia individuale che collettivo. Una profondità di rosa e varietà di scelte che Stefano Pioli non aveva negli scorsi anni, soprattutto dalla cintola in su, e l’esempio più lampante è Yacine Adli, tra i migliori ieri come a Cagliari, che non sta facendo rimpiangere le assenze del regista titolare della
scorsa stagione (Bennacer), e del regista titolare di questa stagione (Krunic).
Per tutto quanto detto sopra, si può guardare con grande fiducia alla tanto suggestiva quanto complicata trasferta di Dortmund, che – sebbene arrivi solo alla seconda giornata – avrà già un peso specifico alquanto consistente in ottica superamento dei gironi di Champions League. Quasi sicuramente la affronteremo senza Loftus-Cheek (vittima dell’ennesimo infortunio muscolare): ci sarà da battagliare, ma il Milan è pronto!