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Tonali: “Attaccamento alla maglia? Quando vinci cambia tutto. Non eravamo i più forti…”

Sandro Tonali ha rilasciato un’intervista ai microfoni di DAZN lunedì, prima della parata per le strade di Milano con il pullman scoperto. Ecco le sue parole.

Attaccamento alla maglia? Molto alto. Quando vinci cambia tutto, non è come durante l’anno e non è come per tutti i tifosi. Ieri abbiamo visto tutta la gente che ci ha seguito, abbiamo capito cosa abbiamo fatto quando siamo tornati a Milano con gli occhi della gente. Da giocatore devo probabilmente ancora realizzare tutto, ma da tifoso l’ho capito perché ho già vissuto questo momento. Nel 2011 avevo già 11 anni e abbiamo fatto festa al mio paese perché alla fine Sant’Angelo è un paese di milanisti. Erano emozioni e sono emozioni anche adesso perché è una cosa che può capitare una volta all’anno o una volta ogni dieci anni. Non ho voluto fare video, ma ho deciso di vivere questi momenti e me li terrò sempre con me“.

Sul messaggio più bello: “Ne ho ricevuti tanti. Mia nonna non è più interista, ha cambiato due anni fa. È venuta a vedermi contro l’Atalanta, è quello il messaggio più bello. Pensavo mi dicesse di no visto il caldo di adesso e le 70mila persone, però mi ha detto subito di sì. Mi ha fatto davvero felice, altrimenti avrei dovuto aspettare l’inizio del prossimo campionato“.

Su Ibrahimovic: “Vale più di mille altri gesti qualcosa che ti può dare Ibra. Anche quando non gioca resta in piedi tutto il tempo in panchina per sostenerci. È qualcosa di sicuro. Lui decide quello che vuole fare e quello che possiamo fare noi. Ieri dopo la partita, ci ha preso come i suoi figli, ci ha parlato e in 10 minuti ci ha fatto ripercorrere tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni e mezzo e quello che potevamo rischiare di non fare ieri. Spero continui a giocare, è importante averlo anche solo per pochi minuti in campo. Lui alza tanto il livello in allenamento e non vuole mai perdere nemmeno le partitelle, forse una volta. Vi svelo un segreto: nelle ultime 5 settimane, la squadra titolare non ha mai vinto una partitella di rifinitura. Capisci anche a fine allenamento, anche se hai dato il massimo, non sei felice. Poi il giorno dopo dai tutto, perché pure perdere lì ti dà fastidio, nonostante conti poco rispetto alla domenica“.

Su Florenzi: “Ci ha dato un’energia in più, è uno che non si spegne mai. Lui, come Simon, Ibra e Oli, ci ha parlato tanto prima delle partite. Nelle ultime gare, soprattutto, ci hanno aiutato tanto. Anche ieri c’è stato un momento prima della partita negli spogliatoi dove c’era un silenzio e loro sono venuti a parlarci“.

Sul paragone con De Rossi: “Mi fa piacere essere paragonato a lui, così come Gattuso e Pirlo. Tra quelli ancora in attività mi piace molto a Thiago Alcantara, è un giocatore completo con qualità assurde. Vederlo contro di noi è un’altra cosa. Sa sempre cosa fare e trova giocate che gli altri non vedono“.

Sul gruppo: “È stato un mix perfetto. L’anno scorso ci siamo studiati e abbiamo lavorato per diventare quelli di quest’anno. C’è un bel mix tra giocatori esperti e giovani. E sono stati importanti anche come si sono adattati quei giocatori che arrivavano dall’estero come Kalulu e Tomori, più Pierre che Fik perché veniva da un campionato dove non aveva praticamente giocato in prima squadra. Sono arrivati in punta di piedi, sono due grandi professionisti oltre ad essere due bravissime persone. Mike è capace di essere a Milanello anche adesso, è un tipo tranquillo che lavora dalla mattina alla sera, ha una voglia di migliorarsi allucinante. Arriva sempre prima a Milanello. La prima volta che l’ho visto ho detto, ‘questo è enorme’. Tanti ragazzi hanno fatto capire che c’era tanta voglia di vincere. Ci siamo andati vicini l’anno scorso, ma sapevamo che era difficile perché c’era una squadra più forte. Anche quest’anno non lo eravamo, credo fosse l’Inter per rosa, ma sicuramente noi abbiamo dimostrato di poter fare qualsiasi cosa insieme. Abbiamo messo in campo tutto quello che ci ha permesso di diventare la squadra più forte del campionato“.

Su Donnarumma: “Mi ha scritto, ci sentiamo spesso perché siamo rimasti in ottimi rapporti e anche perché ci vediamo spesso in nazionale. Io spero che abbia vissuto bene questa vittoria. Sono felice per lui per il fatto che sia andato in una realtà diversa dal Milan, ma che gli ha dato la possibilità di vincere qualcosa d’importante e subito. Qui, come sappiamo tutti, c’era un percorso da fare e lo stiamo facendo come si è visto da quando sono arrivati Pioli e Ibra, mattoncino dopo mattoncino. Un portiere forte come lui deve pensare a divertirsi e a nient’altro“.

Sul miglior giocatore della stagione del Milan: “Leao, perché è il giocatore che nei momenti di difficoltà, ci ha fatto vincere diverse partite. Quando lui parte, sai che la palla ti arriva. Al massimo sbagli tu, lui no“.

Sulla partita chiave della stagione: “Penso che il derby di ritorno ci abbia dato una spinta in più“.

Sui derby degli ultimi anni: “Non c’è più quell’assedio, non c’è più quella paura del derby e dovevi credere nell’occasione per vincere. Ce la giochiamo ad armi pari perché abbiamo capito di esser forti“.

Sul giocatore rivelazione della stagione: “Kalulu“.

Sul gol più bello: “Theo contro l’Atalanta. Sapevo che andava in porta perché in allenamento lo fa sempre“.

Sulla parata più bella: “Quelle su Abraham e nel derby“.

Sulla differenza tra Maignan e Donnarumma: “Tirare in allenamento a Gigio era difficile perché ti copriva la porta in una maniera impressionante. Mike ha una reattività incredibile. Nel momento in cui tu pensi di avergliela messa all’incrocio e pensi che per lui sia impossibile arrivare a prenderla, lui ci arriva, non so come sia possibile. Ha una forza, una reattività e una velocità impressionanti“.

Sul gol più bello della sua annata: “La punizione contro il Cagliari“.

Sul gol più pesante: “Con la Lazio“.

Sulla sua giocata migliore: “Il gol fatto con l’Atalanta. Ho pressato alto Freuler che poi è frutto del gioco del mister. Noi troviamo posizione a 3-4 metri dall’avversario con lui che non ha giocate. Giocando uno contro uno, la ridà al portiere o deve fare giocate di qualità“.

Sulla posizione nell’ultimo mese: “Mi è piaciuta così più avanzata. Non c’è stato un gol in cui mi sono dato merito nell’ultimo mese, sono gol che possono fare tutti. Durante gli allenamenti non penso tanto al tiro in porta, preferisco giocare. A fine allenamento mi fermo a tirare“.

Sulla sua maturità: “Il derby è una cosa a parte da tutto il campionato. Sono 90 minuti dove non guardi in faccia nessuno, poi a fine partita ad esempio vai ad abbracciare Bastoni. In campo non riesci nemmeno a pensare che chi hai davanti è un tuo compagno di nazionale. Non c’è tempo perché sei focalizzato sull’obiettivo. I tifosi ti fanno entrare in un ritmo incredibile. La Serie B mi ha fatto bene. Sono entrato in un momento in cui non c’era VAR, in cui si fischiava poco. Ho preso botte, pugni a palla lontana. Ho giocato contro dei martelli e questo ti aiuta e che ti porti avanti per tutta la vita. Ho fatto più di 80 partite con il Brescia e mi sono servite tutte. Lì il gioco era basato sul ritmo, sull’agonismo, sui calci. In B c’è meno qualità, ma si lotta su ogni centimetro e ci sono giocatori che ti vogliono mangiare tutto“.

Sui miglioramenti da fare: “Nella tempistica degli interventi. Perché se mi spostano la palla e prendo l’avversario, nove volte su dieci è giallo“.

Un aneddoto: “Mi ricordo quasi tutte le partite. Riguardo tutte le mie partite, mi manca quella con il Sassuolo, magari tra un po’ di tempo“.

Cosa chiederà a Santa Lucia il prossimo dicembre: “Mi sa che le abbiamo già chiesto troppo. Magari vincere una Champions, magari non subito anche se sarebbe meglio. Il mio sogno è quello dei nostri tifosi: vincere la Champions sarebbe indescrivibile“.

Milan: Tonali Scudetto
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