Comprendere a pieno il sentimento della tifoseria del Milan, Curva Sud o meno, in questa fase di vigilia di campionato resta un esercizio complesso. Sempre più polarizzate le posizioni: i fiduciosi e gli sfiduciati, in un balletto di confronto intestino costante che dura ormai da anni.
Ma d’altra parte i cambi di proprietà, di dirigenza e di giocatori, inevitabilmente generano incertezza. Dall’entusiasmo crescente del ritorno in Champions all’anno dello Scudetto, passando attraverso poi qualche alto e diversi bassi, si è arrivati al cambio di guida tecnica complicato quanto inevitabile.
La chiusura della scorsa stagione infine ha visto toccare il punto più basso, con sciopero reiterato di tifo della Curva Sud nelle ultime giornate, tra silenzi rumorosi e proteste sugli orientamenti di scelte del nuovo tecnico.
Anche il raduno disertato dal tifo organizzato per la prima volta in epoca moderna ha lasciato qualche strascico, ed ha rappresentato una continuità di non allineamento sul lavoro, in effetti un po’ farraginoso, della nuova dirigenza targata Zlatan Ibrahimovic.
La tournée americana ha lasciato tuttavia qualche spunto positivo, con un mercato che nonostante la lentezza delle operazioni in entrata, sta portando pian piano a Milanello quasi tutti gli obiettivi dichiarati, con qualche bella scoperta o riscoperta, dai giovani canterani rossoneri ai senior come Chukwueze e Saelemaekers.
Complicato pertanto predire quale sarà l’accoglienza di San Siro il 17. Di sicuro Fonseca sta parlando poco nella speranza di aver un roster più completo possibile e il prima possibile. Partire senza aspettative mediatiche può essere un vantaggio, però poi serve la forza di sconfessare chi da settimane pone il Milan come squadra poco ambiziosa. Qualcosa di certo ancora manca, ma il panorama italiano vive un costante “vorrei ma non posso” che inizia ad esser frustrante. Per i tifosi rossoneri ancora di più, perché conti alla mano da un po’ è in una posizione che consentirebbe svolazzi, che però non sono nemmeno all’orizzonte.
