Theo Hernandez ha rilasciato un’intervista all’inserto settimanale della Gazzetta dello Sport, Sportweek. Insieme a lui ha parlato la sua compagna, Zoe Cristofoli. Ecco gli spunti principali della chiacchierata.

Sul lago di Como, dove abitano: “Abbiamo quattro cani, Milano mi piace, ma preferisco vivere fuori, più comodo. Il primo anno da solo non è stato facile. Ora con Zoe sono felice, sto benissimo, lei mi fa sentire a casa“.

Sul momento più bello della giornata: “Giocare alla play, a Fortnite, posso farlo anche 5,6,7 ore di fila. Con Brahim ed i miei amici di Madrid“.

Sull’incazzatura post-derby perso: “Chiaramente lo sono“. E Zoe specifica: “Quando fa il matto spensierato ride e scherza, io so che è tutto ok. Se qualcosa non va, se qualcosa lo preoccupa si chiude, si allontana. Non mi parla, lui affronta tutto da solo“.

La sua visione di tristezza oggi: “Questo momento, il Covid che mi tiene lontano da mia mamma Laurence e da mio fratello e che non ci permette di fare una vita normale“.

La sua visione di felicità oggi: “La mia famiglia che sta bene, stare bene con Zoe e fare bene al Milan“.

Sull’orgoglio: “Vincere al Milan, questo mi fa sentire orgoglioso“. E Zoe continua: “Lui che vince al Milan ed i miei passi avanti…“.

Sui sacrifici: “Io li sto facendo ancora. Quando ero piccolo non avevamo soldi come adesso. Io e mio fratello abbiamo lavorato tanto, ora siamo felici“.

Sul suo essere loco: “Sono loco, ma non il più loco. Samu (Castillejo) è più pazzo di me. Con Samu e Brahim siamo sempre insieme, veniamo da Madrid e adoriamo far gli scherzi agli italiani“.

Un esempio di scherzo: “Dico quello che faccio sempre a Samu: quando è sul lettino per la fisioterapia, pancia sotto, gli riempio le mutande di crema da massaggio. Lui ogni volta impazzisce e… mi mette i mandarini nelle scarpe“.

Sul suo obiettivo: “Io sto guardando che voglio essere il migliore e devo andare giusto su questa strada e non mi devo accontentare. Sono così“.

Sulla musica in spogliatoio: “Lì facciamo i turni: io, Jolo (Diogo Dalot), Leao che mette rap e Calha musica turca. Voi ridete, ma è più bella di quella italiana“.

Su come vivono le partite: “Mia mamma le vive 90 minuti nel terrore che mi faccia male“. E Zoe: “Con un po’ di ansia. Ti lanci, ti butti che sembra sempre che ti sia rotto a pezzi. Io sono più in ansia per il risultato, perché quando parte spedito verso la porta so che vuole segnare, non pensa ad altro. E mi si ferma il cuore“.

Sul pensiero di quando s’invola verso la porta: “Non penso, vado a fare gol. Mi piace molto fare gol. Ne devo fare almeno 8, uno in più dell’anno scorso. Sicuro. Ho cominciato qua al Milan. Perché Pioli mi dice di andare avanti, di spingere. E dopo anche di tornare indietro. Allora spingo e quando vedo la porta, tiro. Poi c’è Ibra che urla, perché vuole la palla”.

Su Ibrahimovic: “Ci ha dato coraggio, ci dà tanti consigli e qualche volta ci rimprovera anche (ma sempre per motivarci). Quando sono tornato dalle vacanze mi ha detto: ‘Dove vai con 90 chili qua?’ Ero un po’ ingrassato… ma mi ha anche detto che sono forte e che devo diventare il migliore, ma devo lavorare tanto. Noi gli andiamo dietro e in allenamento diamo tutto, sempre. Tutti insieme. È stato un anno incredibile, stiamo facendo un anno incredibile. E il merito è di tutti“.

Su Pioli e Zidane: “Ci divertiamo. Lui è forte, anche Zidane è simpatico, ma parla meno. Quando mi ha lasciato andare forse ero troppo giovane. Se non giochi è difficile dimostrare. Pioli mi ha dato subito fiducia ed io mi sono esaltato“.

Su quanto tempo abbia tenuto Maldini per convincerlo: “Il tempo di un caffè. Mi ha chiamato e mi ha raggiunto a Ibiza, io non ci credevo… è un mito per me, lo è sempre stato. Ed è importante ogni sua parola. Come Marcelo al Real“.

Sulla Nazionale e Deschamps: “Sto aspettando, non mi ha ancora chiamato. È un sogno per me giocare con mio fratello con la maglia della Francia“.

Sui no all’Under della Francia: “Ero piccolo, non mi rendevo conto di quanto fosse importante. Da due anni, da quando sono qui, sto giocando anche per andare in Nazionale. Ho sempre il telefono in mano“.

Sul Theo bambino: “Ero terribile, con mio fratello giocavamo tutto il giorno a pallone, scassavamo tutto. Mia mamma era disperata, ci inseguiva per farci mangiare. I miei si sono separati che io ero piccolo, avevo 3-4 anni, non ricordo nulla. Mio padre non l’ho più visto e non lo voglio vedere. Con mamma abbiamo lasciato Marsiglia e ci siamo trasferiti a Madrid, ce l’abbiamo fatta“.

Sul padre e la madre: “Una storia può finire, sono cose che succedono, ma quando lasci due bambini con una mamma da sola e sparisci non meriti neanche di essere pensato. Mia mamma è tutto per me. Io, lei, mio fratello, mio nipote Martin staremo insieme hasta la muerte, sino alla morte“.

Sulla corsa scudetto: “C’è l’Inter, ci siamo noi, la Roma, la Juve. Due anni fa c’era solo la Juve. Noi siamo lì e lottiamo fino alla fine. L’Inter è una bella squadra, ma la Juve è più forte. No, non è finita, è tutto aperto ancora. Abbiamo già visto altre volte la prima fuggire, anche con tanti punti di vantaggio e poi vincere la seconda. Quest’anno non è facile neanche con le piccole, la classifica conta poco. Voglio tutto: scudetto, Champions ed Europa League“.