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Chi parla poco, chi parla troppo e chi non parla proprio: la difficoltà del Milan a trovare un equilibrio. E se pure Tare…

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Non siamo certo qui a dare lezioni sul mestiere del direttore sportivo ad un professionista ed esperto del ruolo come Igli Tare, ma ci limitiamo a commentarne e giudicarne i movimenti, davanti alla scrivania e ai microfoni. E se tanto lo abbiamo elogiato nel corso dell’estate per una chiarezza ritrovata dal punto di vista comunicativo, così come una capacità di individuare profili adatti a vestire la maglia del Milan, oggi ci troviamo a dover evidenziare un approccio discutibile nei confronti degli ultimi giorni di mercato e della gestione della rosa.

La sincerità del dirigente albanese è un arricchimento per noi e per chi fa il nostro mestiere perché chiarisce ove necessario situazioni dubbie. Chiarire, però, non significa portare alla luce, senza richiesta alcuna, vicende che possano condizionare l’equilibrio di uno spogliatoio e nello specifico di un giocatore, peraltro già in evidente difficoltà per svariati motivi. Passando dall’astratto al concreto, aver parlato in quei termini del possibile scambio Dovbyk-Gimenez, a maggior ragione ove non fosse necessario perché non richiesto, è parso fuori luogo per un dirigente navigato come lui. Certamente c’è stato un secondo fine per mettere una pressione ulteriore al messicano nell’accettare eventualmente la Roma o performare ad un livello più alto, ma riteniamo altresì che esporre ciò pubblicamente metta a rischio un investimento importante che la società ha fatto non più di 6 mesi fa.

Una gestione draconiana che ricorda a tratti quella riservata alla Juventus per i “reietti” del regime Giuntoli-Motta, terminato poi in malo modo. Non vogliamo entrare nello specifico dei grandi equivoci che sono nati in questi mesi nella costruzione della rosa tra staff tecnico e dirigenza, sebbene siano evidenti. Non è questo il momento, ci sarà tempo di farlo a bocce ferme. Certo è che Tare non ha lasciato un’immagine positiva di sé e del club con quell’uscita al Via del Mare. Immagine già ai minimi storici per quel che riguarda il corpo dirigenziale.

Non c’è da sorprendersi se un giocatore come Gimenez stia performando sotto al livello sperato. Arrivato in un ambiente tossico, sono bastate poche settimane per farlo risucchiare nel vortice negativo. Nonostante ciò i numeri non sono nemmeno pessimi, perché nei suoi primi 6 mesi ha raccolto 19 presenze, segnando 6 gol. Come ben sottolinea Allegri, schivando un po’ il tema sull’apprezzamento del giocatore, al messicano è stato chiesto di essere titolare e pronto dopo meno di 20 giorni di preparazione con la squadra. Una squadra rivoluzionata nello staff tecnico e nella rosa. Com’è possibile costruire un gruppo e permettere ad un giocatore di svilupparsi e migliorare in una situazione di questo tipo? E com’è possibile mettere il carico da 90, aumentando pressioni che già ci sono? Va bene essere al Milan, va bene che le pressioni a questi livelli ci siano a prescindere ma, ove possibile, invece che alimentarle andrebbero limitate.

Abbiamo imparato a conoscere Igli Tare più da vicino nel corso di queste settimane, davanti alle telecamere e soprattutto dietro ad esse. È parso un professionista serio, preparato e sempre incline al dialogo, pronto ad argomentare un suo punto di vista su un giocatore o su una situazione specifica. Con quanto scritto finora non intendiamo desiderare che tutto ciò cambi, bensì porre l’accento sull’importanza dell’esporsi pubblicamente e delle possibili conseguenze. In questi anni abbiamo imparato a conoscere un Milan che fuori dal campo ha spesso riscontrato difficoltà dal punto di vista comunicativo e gestionale, perché in dirigenza c’è chi parla troppo, chi parla troppo poco e chi non parla proprio o lo fa attraverso mezzi indiretti. Abbiamo sempre evidenziato l’assenza di chiarezza espositiva. Ecco questo è il caso opposto che conferma la regola: l’equilibrio non è di casa al Milan. Prima lo si ritrova, prima miglioreranno le cose fuori dal campo (e di conseguenza in campo).

Igli Tare - MilanPress, robe dell'altro Diavolo
Igli Tare – MilanPress, robe dell’altro Diavolo

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