Tra i tanti numeri orrendi del Milan 2023, uno dei più angoscianti riguarda l’attacco: nelle 16 partite di campionato del girone di ritorno i gol segnati sono stati soltanto 20. Una sterilità offensiva tremenda resa ancora più evidente dall’assenza dal campo di Rafael Leao, che da solo rappresenta circa il 90% del gioco d’attacco rossonero. Un reparto che sente sempre più la mancanza di un numero 9, con buona pace del generosissimo ma attempato Giroud, ormai arrancante.

Milan, cercasi gol dagli attaccanti

Venti gol in sedici partite dicevamo, ma di questi solo cinque sono stati segnati dai centravanti: tre dal sopracitato Giroud, uno da Origi e uno da Ibrahimovic. Proprio quello dello svedese è l’ultimo gol segnato da una punta e bisogna tornare indietro fino allo scorso 18 marzo, al rigore realizzato nella disastrosa trasferta di Udine. Per trovare una marcatura di un centravanti su azione invece tocca riavvolgere il nastro ancora di più: 10 febbraio, Milan-Torino 1-0, colpo di testa di Giroud su cross di Theo Hernandez.

La delusione Origi, da leggenda a oggetto misterioso

Troppo poco. Così come troppo poco, anzi praticamente nulla, ha fatto Divock Origi in questa sua prima annata milanista. Il belga non ha mai avuto numeri da capogiro per quanto riguarda la vena realizzativa ma da un giocatore abituato a un campionato difficilissimo come la Premier League e celebrato da Anfield come una vera e propria leggenda, ci si aspettava decisamente di più. Il suo magrissimo bottino invece conta appena due gol contro Monza e Sassuolo, peraltro inutili, e prestazione opache e impalpabili con la ciliegina di qualche acciacco fisico.

L’insostenibile inconsistenza di Rebic

A La Spezia è andato in scena anche l’ennesimo horror show di Ante Rebic, giocatore che ha palesemente terminato la sua avventura rossonera. I tempi del Rebic croce e delizia dei primi due anni – capace di errori grossolani ma anche di lampi di genio – sono belli che andati: il croato sembra sempre più fuori contesto, svagato, inconcludente e oltremodo irritante. La doppietta alla prima di campionato contro l’Udinese ha soltanto illuso di aver ritrovato il giocatore del biennio 2019-2021: da quel momento un solo gol – a Empoli – e tante partite ai limiti dell’indecenza.

Milan, basta aspettare: ti serve un grande “9”

Il problema centravanti affonda però radici ben più lontane: è dal 2012 che un “9” del Milan non termina un campionato con almeno 20 gol, l’ultimo fu Ibrahimovic che chiuse quella stagione da capocannoniere a quota 28. Da allora nessuno si è mai avvicinato a quei numeri. Olivier Giroud è stato encomiabile in questi ultimi due anni, ma il peso dei quasi 37 anni inevitabilmente si fa sentire e dietro di lui c’è il vuoto. Qualunque sia il destino del Milan in questo finale di stagione, ripartire da un attaccante giovane e forte (leggasi “niente Arnautovic, grazie”) deve essere una priorità, un investimento necessario che non si può più rimandare.