Tre sconfitte in sette partite. All’alba di un mini-ciclo ancora più duro di quello che è stato finora dalla sosta natalizia in poi. Parola d’ordine: reagire. Già, dopo la sconfitta della Spezia l’imperativo più importante è quello di dare subito una scossa per non sciupare ora quel patrimonio di punti e maturità fin qui accumulato. Certo, era fisiologico (forse anche calcolato) che sarebbe arrivato un momento di down. Ma ora i bonus sembrano davvero terminati, alla vigilia di una settimana che porterà il Milan a giocarsi l’andata dei sedicesimi di Europa League a Belgrado contro la Stella Rossa e, soprattutto, in vista del derby di domenica prossima con l’Inter.

Ogni valutazione di classifica è rinviata a quel che accadrà stasera tra Inter e Lazio. Per i nerazzurri è il tipico turno favorevole per scavalcare il Milan e staccare ulteriormente la Juventus, con la quale vanta anche un primo scontro diretto favorevole. Sarà un giro di boa per le sorti dello scudetto? Troppo presto per dirlo, soprattutto in vista del derby che sì potrebbe avvantaggiare la squadra di Antonio Conte. C’è tempo, una settimana per demandare queste valutazioni. Ma lo stesso conto alla rovescia verso la sfida di domenica prossima deve scandire una ritrovata rabbia per affrontare il momento così delicato.

In Liguria si è vista una squadra sfilacciata, dove si è voluto subito rilanciare in mischia un Bennacer ancora opaco e dove anche Mandzukic è apparso la controfigura del giocatore che dovrebbe rappresentare l’arma in più per l’attacco. Solo il solito Ibrahimovic ha incarnato le doti del leader in grado di trascinare e suonare la carica, ma da solo non sempre può bastare. Servirà cambiare passo e interpreti, privilegiando forma fisica e mentale al top. In barba – se il caso – al turnover per l’Europa League che resta comunque un obiettivo alla portata da onorare.