Il brodino caldo servito venerdì sera a San Siro, con lo striminzito 1-0 al Torino, non ha cancellato i tanti problemi di un Milan ancora convalescente. Se c’è chi ha dato comunque segnali di risveglio (Kalulu, Theo Hernandez) e chi dopo mesi di anonimato sembra poter trovare un ruolo da protagonista (Thiaw), qualcun altro fatica a tornare sui livelli a cui ci eravamo abituati. Parliamo di Simon Kjaer e Sandro Tonali, leader di difesa e centrocampo ma protagonisti di una tremenda involuzione.
C’era una volta Kjaer
Vittima di un gravissimo infortunio più di un anno fa, Simon Kjaer ha dovuto affrontare un lungo percorso prima di tornare in campo. È un dato oggettivo però che il giocatore visto in questa stagione è ben lontano da quello ammirato nel suo primo anno e mezzo in rossonero. Il danese appare costantemente in affanno e sia contro l’Inter (sua la non-marcatura sul gol di Lautaro) che contro il Torino è stato tra i peggiori in campo. I problemi di mobilità risultano evidenti, così come quelli di tenuta atletica: sono appena 4 le partite stagionali giocate per intero.

Tonali, che ti succede?
Non se la passa meglio Sandro Tonali, che a inizio stagione era stato tra i primi a lanciare un piccolo “allarme”. L’ex Brescia ha cominciato il 2023 con una prestazione di lusso contro la Salernitana: gol, assist e prestazione da autentico dominatore del centrocampo. Poi anche lui ha iniziato un naufragio che lo ha fatto sprofondare negli abissi. Testa bassa, sguardo sconfortato, fiacco nei contrasti. Il Tonali dell’ultimo mese sembra tornato indietro di due anni, quando nella sua prima stagione al Milan faticava a imporsi ed era praticamente finito ai margini.
Le alternative
Due problemi non da poco per Pioli, che di grattacapi ne ha già parecchi e deve fare i conti anche con il lungo inverno di due dei suoi fedelissimi. Sul piano tattico, il ritorno di Tomori e la crescita di Thiaw possono far assorbire in modo meno traumatico l’involuzione di Kjaer. Diverso il discorso per Tonali, la cui presenza in campo è necessaria e fondamentale vista la carenza di alternative, con Krunic e Pobega non a loro agio nel centrocampo a due e Vranckx ormai relegato a oggetto misterioso.