Come un fulmine a ciel sereno, nel vero senso dell’espressione, nel pomeriggio di ieri, martedì 4 maggio, la Roma ha annunciato che a fine stagione Jose Mourinho diventerà il nuovo Responsabile Tecnico della prima squadra fino al 2024. Una scossa per l’ambiente giallorosso, ma anche per quello italiano in generale. Al di là delle ultime esperienze non fortunate con Manchester United (con il quale ha pur sempre vinto l’Europa League) e Tottenham, lo Special One alza per forza di cose l’appeal della Serie A.

Ora si deve pensare al presente, perché è da quello che dipenderà il futuro, ma uno sguardo al campionato che sarà non può mancare. Potrebbero esserci alcuni cambi in panchina, poiché anche Napoli e Juventus sembrano intenzionate a virare su opzioni alternative, opzioni toscane. Spalletti e Allegri sono i favoriti per prendere il posto di Gattuso e Pirlo. Conte non è ancora certo di restare all’Inter, stesso discorso per Simone Inzaghi. Gli unici stabili sembrano, ad oggi, Gasperini e Pioli delle prime 7 in campionato. Proprio sul tecnico rossonero è giusto fare qualche considerazione.

Il Normal One in mezzo alle star in Serie A?

Special One vs Normal One? Questa una delle sfide che si potrebbero vedere nella prossima stagione. Mourinho, il leader carismatico, contro Pioli, il leader silenzioso. Silenzioso fino ad un certo punto, l’etichetta di normalizzatore al tecnico rossonero non dispiace. “La semplicità è una qualità“, questo il suo pensiero in merito. Non rischia forse di naufragare la figura dell’emiliano in mezzo alle star, se così possiamo definirle, che siederanno sulle panchine dei migliori club italiani?

Se dovesse continuare la sua avventura al Milan, si profila un’altra stagione da underdog per Stefano Pioli, arrivato tra lo scetticismo anche nell’ottobre 2019. Avrebbe bisogno di un’ulteriore dimostrazione delle sue capacità. Si può intendere come una motivazione in più per fare bene. Ma d’altronde la tradizione del Milan è quella di non affidarsi a star già affermate, bensì ad allenatori da affermare.

Il Milan come club di formazione dei vincenti

12 sono i milioni che l’Inter ha deciso di investire all’anno per Antonio Conte. Per un club della storia del Milan è difficile immaginare una scelta simile. Capello, Sacchi, Ancelotti, Allegri… tutti ex allenatori non affermati al tempo che hanno fatto la storia con il club rossonero. L’idea del club sarebbe quella di ripetersi anche con Stefano Pioli, perché non è per forza il pedigree a definire l’abilità di un allenatore.

La decisioni di rinnovare Zlatan Ibrahimovic ancora un anno pare essere un segnale chiaro: Stefano Pioli continuerà il suo percorso con il Milan. Il binomio formatosi è importante e ha ridato linfa ad una squadra che sembrava a tratti persa. A fine stagione verranno fatte le sacrosante riflessioni: cosa faranno i rossoneri? Dare continuità a Pioli o virare su altri profili? Il futuro passa dal presente ed il Milan vuole creare nel presente una star per il futuro.