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I 3 indizi che fanno la prova: questo Milan è lontano anni luce da quello che ha vinto lo Scudetto

La vittoria dell’Arechi contro la Salernitana – arrivata con un’ottima prestazione, nonostante il punteggio risicato – aveva dato grande fiducia ai tifosi del Milan, che in quello stesso giorno del 4 gennaio avevano visto il Napoli più vicino dopo la sconfitta contro l’Inter. Ed invece, dieci giorni dopo, la situazione si è completamente ribaltata, perché i partenopei nel frattempo hanno guadagnato sui rossoneri ben quattro punti.

I due 2-2 consecutivi contro squadre giallorosse, seppur completamente diversi tra di loro hanno dato la sensazione che il Milan stia rapidamente abbandonando un altro obiettivo stagionale dopo la Coppa Italia: lo Scudetto della seconda stella, infatti, appare oggi lontanissimo, non soltanto per la distanza che separa Pioli da Spalletti, ma soprattutto perché il Diavolo visto negli ultimi 300 minuti di gioco tra Roma, Torino e Lecce difficilmente riuscirà a riacciuffare la tambureggiante banda azzurra guidata da Osimhen e Kvaratshkelia.

Milan, tre indizi fanno una prova

Prendendo in prestito una celebre frase della scrittrice Agatha Christie, si può dire che tre punti incontrovertibili stanno caratterizzando il Milan 2022\2023: un mercato di giugno francamente sbagliato, un’involuzione del gioco piuttosto netta, ed un calo dal punto di vista della concentrazione, della fame e della leadership in un momento cruciale della stagione. Le avvisaglie c’erano state già prima della sosta Mondiale, quando il Diavolo aveva conquistato delle vittorie con difficoltà non certo confacenti alla squadra campione d’Italia.

Il Milan di oggi non è in linea con quel che era lecito attendersi da chi deve difendere il tricolore stampato sul petto: una volta saliti in vetta, non basta ripetere quanto fatto prima, ma bisognava sfruttare l’abbrivio della scorsa stagione per investire di più e meglio, anche in virtù del cambio di proprietà, un avvenimento che, di solito, coincide con una buona dose di soldi spesi sul mercato, anche per permettere ai nuovi proprietari di “ingraziarsi” la piazza in cui arrivano.

Vecchi e nuovi, tutti sotto esame

Ed invece, il mercato condotto la scorsa estate ha indebolito qualitativamente il Milan, che adesso ha sì una rosa numericamente più corposa, ma che a conti fatti ha “sostituito”, nelle rotazioni dei 14-15 elementi cardine che compongono una rosa, due pilastri come Romagnoli e Kessie con Gabbia e Pobega. Dei nuovi acquisti, quasi tutti giovani, nessuno finora ha convinto e regalato un valore aggiunto, ed inoltre il peso dell’attacco è ancora è solo sulle spalle di un giocatore di 36 anni, impegnato in un Mondiale da protagonista e che non può permettersi una sosta.

Come se non bastasse, anche molti protagonisti della scorsa vittoriosa annata stanno mostrando preoccupanti cali di rendimento e concentrazione (emblematico l’orrore di Kalulu sul primo gol del Lecce dopo tre minuti). Troppa confusione, a tutti i livelli: è questa la sensazione che, ad oggi, il mondo Milan sta dando a tifosi ed addetti ai lavori. Mercoledì ci si gioca un trofeo, la Supercoppa Italiana contro l’Inter in Arabia Saudita: fallire il terzo obiettivo stagionale già al 18 gennaio (restando così solo il più difficile dei quattro, la Champions League), sarebbe insopportabile. Non vogliamo nemmeno pensarci…

Twitter: Juan__DAv

Milan: Rafael Leao (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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