Lo storico difensore rossonero Karl Heinz Schnellinger ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport per ricordare il suo grande amico ed ex compagno di squadra Giovanni Lodetti, venuto a mancare venerdì. Ecco le sue parole.
“Naturalmente parlavamo del Milan, perché lui era un innamorato del Milan, viveva per il Milan, gioiva per le vittorie e si arrabbiava quando perdeva. Come me non andava più allo stadio, anche perché nessuno dei nuovi dirigenti lo aveva più chiamato. E questo gli dispiaceva tantissimo perché Lodetti, come tutti gli altri campioni del passato, aveva vinto e dato molto al Milan, ma non era il tipo da chiedere biglietti e così si accontentava di vedere le partite in tv. Ci consolavamo a vicenda, dicendo che il mondo oggi è fatto così e io gli ripetevo che in Germania succede la stessa cosa, perché i dirigenti pensano soltanto ai soldi. Peccato, però, perché se non si ha rispetto per i propri genitori, i figli non possono più insegnare niente“.
“Quando dalla Roma sono passato al Milan avevo 26 anni, tre più di lui che era già un titolare fisso grazie alla sua serietà e al suo impegno. Mi accolse con il suo sorriso e la sua simpatia favorendo subito il mio inserimento, ci siamo capiti al volo fin dalle prime partite. Non mi stancherò mai di ripetere che per me è stato un compagno perfetto in campo e fuori, ma con lui andavano d’accordo tutti, era impossibile avere problemi con Giovanni. Ultima chiamata? A parte le discussioni sul Milan, mi è rimasta la promessa di vederci per un caffè insieme. E invece ci vedremo da un’altra parte, io non posso nemmeno andare al suo funerale. Purtroppo non riesco a camminare per colpa di un piede che mi fa ancora male, ma lui mi conosce e mi capirà. Vero Giovanni?“.