L’edizione odierna de la Repubblica lancia un interessante notizia riguardo il percorso del nuovo San Siro. Dopo aver scavalcato l’ostacolo dell’ordine del giorno, approvato giovedì in Consiglio Comunale, vi sono altre problematiche: ci sono 4 ricorsi e un esposto alla Corte dei Conti, inoltre c’è il vincolo di Vittorio Sgarbi (sottosegretario alla Cultura) che riguarda il Milan, l’Inter e Palazzo Marino.
Milan ed Inter non hanno commentato, in maniera ufficiale, la situazione, ma secondo fondi indirette per le due formazioni di Milano “il vincolo sarebbe la pietra tombale sul progetto”, salutando così Milano. Il provvedimento non tarderebbe ad arrivare e lo precisa lo stesso Sgarbi: “La nomina del nuovo o della nuova soprintendente arriverà intorno ai primi di gennaio”
Il vincolo riguarda anche gli equilibri politici: Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) condivide il pensiero di Ignazio La Russia, che è contro la demolizione dello stadio. Matteo Salvini, che in questi anni ha cambiato più volte posizione riguardante la tematica del Meazza, ha votato contro l’ordine del giorno.
I due club milanesi cercheranno di adeguarsi con il Comune, in primis sui 40 milioni di investimenti sul quartiere e sui 140 mila metri quadrati di verde in un’area di 280 mila. Milan ed Inter dovranno cambiare il proprio progetto in base ai vincoli, perché non si possono iniziare dei lavori con il timore di una possibile chiusura da parte dei Beni Culturali.
Letizia Moratti è intervenuta sulla questione dello stadio dichiarando ciò:
“San Siro è uno stadio storico, capisco le esigenze dei club di avere uno stadio moderno”.
Luigi Corbani ha esordito sulla tematica Meazza in questo modo:
“Ci sono altre società interessate alla gestione di San Siro con o senza le due o una delle squadre di calcio. Crediamo che sia cosa saggia e giusta che il Comune fornisca, al più presto, i documenti richiesti dalla società ASM Global, per poter formulare la propria proposta economica. Troviamo davvero insensata e anche pericolosa la mossa di far finta di niente di fronte alla proposta di una gestione di un bene pubblico”.
