L’ex giocatore di Milan e Roma Urby Emanuelson ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Gazzetta.it in vista del match di questa sera a San Siro tra le due squadre. Ecco le parole dell’olandese, oggi collaboratore della prima squadra e delle giovanili dell’Utrecht.
“Sono un tifoso dei rossoneri. Spero che Inter, Juve e Milan raggiungano presto il Napoli, così da vedere un campionato entusiasmante fino all’ultima giornata. Ero ad Amsterdam, allo stadio, quando gli azzurri hanno battuto l’Ajax 6-1. Mi hanno lasciato a bocca aperta: sono favoriti per lo scudetto. Leao mi fa impazzire, mi ricorda Robinho. Quando un calciatore scende in campo in quel modo, con il sorriso stampato sul volto e tanta voglia di divertirsi, questo sport diventa magico. Finché sarà felice, Rafa sarà sempre in grado di cambiare le partite. Prima che arrivasse, al Milan non lo conoscevo. Maldini ha fatto un colpaccio. Lo stesso discorso vale per Tonali: sbaglio o sa fare tutto, sia in attacco che in difesa?“.
Su Ibrahimovic: “Zlatan è il numero uno. Quando ero un ragazzino, mi mandavano ad allenarmi con la prima squadra dell’Ajax. Ibra era già fortissimo, ma ogni tanto faceva qualche cavolata. Con gli anni, è diventato sempre più esperto: si è messo a disposizione del gruppo e i risultati si vedono. Anche io rimproverato da Ibra? Assolutamente sì! Io ero amico di Boateng e De Jong, mentre Zlatan, Van Bommel e Seedorf erano come dei fratelli maggiori. Una volta, in allenamento, Zlatan mi passò la palla e io, anziché calciare, provai a dribblare il portiere. Poco dopo, ecco una ramanzina per me e Robinho: ci disse che in Italia i difensori sono forti e ogni occasione da gol deve essere sfruttata al meglio. Così era in partita e così doveva essere in allenamento. Non l’ho mai dimenticato. C’era un clima fantastico in quello spogliatoio. Decine di campioni e professionisti che, al momento giusto, sapevano divertirsi. Mi viene ancora da ridere quando penso a Gattuso che provocava Ibra, dicendogli che era più forte di lui. Zlatan lo sollevò e lo scaraventò nel bidone della spazzatura: una scena memorabile…“.
Su Cassano: “Un fenomeno, in campo e fuori. Era il più simpatico del gruppo, anche se spesso non capivo cosa diceva. Lui sosteneva che ormai giocavo in Italia e dovevo imparare la lingua. Il problema è che Antonio parlava dialetto: gli italiani venivano da me e mi dicevano di star tranquillo, perché talvolta era incomprensibile anche per loro…“.
Sulla favorita per il match di questa sera: “Il Milan, anche perché gioca a San Siro. La Roma ha calciatori importanti e tifosi strepitosi, però, a differenza della squadra di Pioli, è un po’ discontinua…“.
Se sia possibile rivederlo in Italia: “Perché no! Adesso sono concentrato sul mio incarico all’Utrecht ma, se il Milan mi facesse una telefonata, sarei contento di confrontarmi con loro. Magari potrei consigliare ai dirigenti alcuni giovani olandesi da tenere d’occhio. Sarebbe un bel modo per tornare in contatto con un club e con una città che mi hanno dato tanto“.