Ancora una volta, in Italia, si parla poco di calcio, ma di cose marginali che non dovrebbero esistere, nello sport. Ciò che è accaduto ieri nel finale di Juventus-Inter, all’Allianz Stadium di Torino è molto grave, e farà molto rumore. Gli insulti razzisti nei confronti di Lukaku sono da condannare ed i provvedimenti da prendere devono essere seri e di grande impatto, perché solo con delle punizioni esemplari si può concretamente provare a risolvere la situazione drammatica e pietosa che si vive nel nostro Paese. Nelle ultime ore, oltre al messaggio social lanciato dal belga dell’Inter, nel quale chiede e spera che la Lega prenda parte a questa battaglia, non sono mancati i messaggi di appoggio da parte dei colleghi, come Mbappe, Boateng, Balotelli, Gnonto ecc ecc. Sponda rossonera, Bennacer sul suo profilo Instagram, ha postato la foto dell’esultanza di Lukaku, scrivendo un messaggio chiaro alla Lega: “Serie A, è il momento di agire davvero. Ogni anno c’è lo stesso problema, ma non cambia mai nulla.”
Tra i club, invece, il Milan questa mattina si è schierato contro ogni tipo di discriminazione, a dimostrazione di quanto ci tenga al rispetto ed all’educazione. Il diavolo negli anni ha portato avanti numerose campagne a tutela dei diritti e soprattutto non ha mai macchiato la sua immagine in merito a casi del genere, ma anzi, come detto prima, ha partecipato e partecipa tutt’ora alla lotta. Un esempio, è il manifesto RESPACT pubblicato dal Milan, nel quale attesta e sottolinea la volontà del club all’uguaglianza e all’ inclusività sociale. Non a caso, la società di Via Aldo Rossi, non fa mai mancare la sua presenza e il suo appoggio, ogni qualvolta accade qualcosa di interesse pubblico e sociale.
Anche i tifosi del diavolo sono a conoscenza dell’importanza di mantenere pulita l’immagine del club, ed infatti i casi in cui avvengono atti negativi nei confronti di altre tifoserie o calciatori. I tifosi del Milan si contraddistinguono per rispetto e solidarietà. Paradossalmente, uno dei motivi potrebbe essere l’aver tastato con mano, quando beceri e dannosi siano comportamenti del genere, visto che, nel corso degli anni, molti tesserati del Milan hanno subito cori o ululati razzisti. Come Boateng nell’amichevole contro la Pro Patria nel gennaio del 2013, oppure contro Muntari, contro Tomori e Maignan a Cagliari lo scorso anno. Per non parlare delle decine di volte in cui, gli ululati sono stati rivolti a Mario Balotelli, e alle centinaia di volte in cui il pubblico ha chiamato “zingaro” Zlatan Ibrahimovic.
Ecco, ad oggi, il Milan come club, come società, come azienda, e come associazione proiettata alla sportività, si è contraddistinta. A partire dalla dirigenza, dall’allenatore e per finire ai calciatori.