Spesso risulta complicato trovare del buono quando di buono c’è poco. Sta succedendo al Milan, uscito sconfitto anche ieri sera a San Siro contro il Napoli. Uomini decimati, il reparto offensivo che ha segnato un solo gol nelle ultime nove, una stanchezza fisica plausibile e prevedibile, poche alternative e pochissime nuove idee. Serve ovviamente ritrovare la mentalità vincente, quella che ha portato il Milan in vetta alla classifica per quasi un anno; il futuro ha bisogno, quindi, del caro e vecchio passato. Un momento buio, il presente, fatto di poche certezze in campo, zero garanzie dalle colonne portanti che faticano a rinnovare con i colori rossoneri. Insomma, un vero e proprio momento di stallo. Il cuore dice questo, ma la mente ricorda che il Milan non è mai stata la squadra da primo posto in campionato. È stato bello finché è durato, ma sembrava forse un po’ troppo per questi ragazzi. La squadra di Pioli è quindi, in questo momento, perfettamente in linea con le ambizioni e le aspettative di inizio stagione: seconda in classifica – a nove punti dall’Inter – e con una qualificazione ai quarti di finale di Europa League ancora tutta da scrivere.
Giovedì. La settimana sportiva dei rossoneri è sicuramente partita con il piede sbagliato, ma giovedì i rossoneri potrebbero rimettersi sulla buona strada. Quell’1-1 a Manchester vuol dire essere qualificati al fischio d’inizio, significa giocarsi la qualificazione a casa propria e soprattutto il Milan ha la concreta possibilità di eliminare la favorita della competizione. Difficile trovare del buono in questo momento di risultati non soddisfacenti, ma del buono c’è, eccome: ora i rossoneri hanno trovato la giusta dimensione, sono dove dovevano stare sin dall’inizio. Hanno lasciato spazio alla favorita – sulla carta e sul calendario – con un impegno a settimana –: l’Inter, con merito e con un’infermeria spesso vuota, ha consolidato la vetta. Fa male, ma è un Milan da Champions e non da scudetto: con questa visione “normalizzata”, ci siamo.
Siamo al passo con le aspettative.
Singoli. Manca sicuramente Ibrahimovic, pesa la sua assenza e si sente particolarmente in campo. Pioli dovrà recuperare i numerosi giocatori infortunati, tutti titolari e pedine decisive. Una stagione sfortunata sotto questo punto di vista, se si pensa all’infermeria sold-out a confronto con le altre big del nostro campionato. Rebic espulso, il capitano e Calabria non al meglio, Kjaer affaticato, Bennacer è rientrato oggi in gruppo, Kessie in calo fisicamente, Ibrahimovic non ancora in gruppo. Insomma, di recuperi ce ne sono da fare: a pieno organico sarebbe stato tutto diverso, ma tant’è. Non si può parlare di singoli nella stagione dei record del Milan, con un finale di annata che ha ancora tanto – ma proprio tanto – da raccontare. In Italia e in Europa.