Ci possono essere tanti giochi di parole per descrivere il giocatore, ma forse “lunatic on the grass” è quello che più gli si addice. Oppure possiamo prendere in prestito la definizione che gli ha ricamato su misura Marco Bucciantini: “Rebic è il giocatore più random della storia del calcio: a Liverpool lo stesso, oggi sembrava assente, fellone, traditore della causa, poi arriva e fa cose decisive“.
Nelle prime due stagioni rossonere si è reso noto per essere l’uomo della seconda metà di stagione: la maggior parte delle reti in rossonero (ad oggi 25) sono arrivate da gennaio in poi. In quest’annata, però, qualcosa sembra cambiato.
Prima si lamenta, poi si fa provocare e infine colpisce: le 3 immagini della serata
Da esterno o da attaccante centrale, il numero 12 è multitasking ed è quello che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra. La Juventus è la sua vittima preferita e lo ha dimostrato anche ieri sera. Una partita passata ad inseguire e lottare con Bonucci e Chiellini, giocando anche sullo stato psicologico dei due.
La serata del croato può essere riassunta da 3 immagini.
- Le lamentele del primo tempo: più volte nei primi 45’ Rebic si è trovato in area di rigore pronto per ricevere cross, sia sul primo che sul secondo palo. All’ennesimo passaggio fuori misura, in quel caso di Kalulu, ha aperto le braccia come gesto di stizza.
- Il gesto nei confronti di Bonucci: quel lavoro sulla tenuta psicologica degli avversari di cui parlavo poco fa. Provoca per essere poi provocato, Szczesny docet, o perlomeno avrebbe dovuto insegnare qualcosa al compagno.
- L’esultanza dopo la rete, mai banale. Già a Liverpool si era reso protagonista di un episodio particolare: dopo la sua rete esultò come se nulla fosse, mentre a quello di Brahim Diaz ha sprigionato tutta la sua energia verso i tifosi rossoneri. Contro i bianconeri ha chiesto calma: Ante Rebic punisce sempre, dategli tempo.