Permanenza o meno, l’avventura rossonera di Rade Krunic è caratterizzata da un grande equivoco. Il futuro del bosniaco è finito al centro dell’attenzione mediatica a sorpresa per via del forte interesse del Fenerbahce che lo avrebbe stuzzicato con un ricca offerta contrattuale. Il classe ’93, 30 anni il prossimo 7 ottobre, è allettato dall’idea di strappare forse l’ultimo grande contratto della sua carriera, nonostante ciò che lo lega alla città di Milano, dov’è nato solo pochi mesi fa il piccolo Andrej, primogenito di lui e Ivana.
Il Milan sta ragionando su una proposta per rinnovargli il contratto, in scadenza nel giugno 2025. Attualmente l’ex Empoli percepisce una cifra tra il milione e il milione e mezzo netto all’anno e nelle idee del club ci sarebbe un’offerta da 2,5 milioni di euro, di poco inferiore a quella presentata dai turchi. Stefano Pioli non ha intenzione di salutare un altro centrocampista, soprattutto uno dei suoi fedelissimi su cui ha puntato sempre nel momento del bisogno. Per questa stagione, per necessità, gli ha ritagliato il ruolo di vertice basso nel centrocampo a tre e sembra lui il prescelto a sostituire Bennacer almeno fino al suo rientro. E qui nasce, o continua, l’equivoco.
“Sono una mezzala moderna, gioca in tutte e due le fasi di gioco, box-to-box come dicono gli inglesi. Mi dicevano sempre che assomiglio un po’ ad Hamsik, penso che lui sia più tecnico e io abbia più qualità fisiche“, diceva così Krunic nel giorno della conferenza stampa di presentazione come nuovo giocatore rossonero nell’oramai lontana estate 2019. Era reduce dalla sua miglior stagione con la maglia dell’Empoli, nella quale aveva ricoperto proprio quel compito descritto in quelle parole in un 3-5-2 che vedeva protagonista anche Ismael Bennacer.
L’equivoco riguarda la sua posizione in campo che in questi quasi quattro anni è stata modificata più volte: mediano a due, vertice basso a tre, trequartista, esterno sinistro, esterno destro e anche terzino destro oltre che falso nove. Tutto, fuorché quello per cui lui si era descritto. Certo l’interpretazione del ruolo conta più di come viene messo in campo nelle formazioni ufficiali, ma quel Rade Krunic che si era ammirato in Toscana, decisivo anche in zona gol, non si è più visto.
Pioli ha più volte sottolineato la sua intelligenza tattica nel posizionarsi sempre al posto giusto e rendere la vita dei compagni più facile in campo, ma tanto basta per convincere tutti che, ora che si è passati effettivamente ad un 4-3-3, debba ricoprire il ruolo di vertice basso e non il suo naturale? La sensazione è che il bosniaco rimarrà a Milano e continuerà nel suo compito di tappabuchi di lusso, titolare in questa prima stagione, ma che giocatore sarebbe qualora fossero valorizzate appieno le sue caratteristiche?