Come riporta la Gazzetta dello Sport il Milan non vuole fermarsi. Lo ha dimostrato ampiamente nella partita di ieri contro la Fiorentina, 2-0 e capolista solitaria della Serie A. Nonostante l’assenza del suo leader Zlatan Ibrahimovic, la perfetta macchina di Pioli non si è fermata. In un campionato dove l’Inter è imbottita di campioni, ma senza gioco, la Juventus si ispira al modello guardiolano ma continua a dipendere dal Cristiano Ronaldo, il Milan continua la sua marcia solitaria. Grande prova di forza, contro una squadra che veniva da risultati non propriamente positivi e alla cerca di riscatto. Il Diavolo è stata squadra e gran merito del lavoro va all’allenatore parmense, il quale ha creato una squadra in grado di sopperire anche all’assenza dei singoli. I rossoneri rimangono l’unica capolista ancora imbattuta nei cinque maggiori campionati europei.
MILAN E INTER COME NOVE ANNI FA: Sono passati 9 anni da quando Milan e Inter non comandavano la classifica della Serie A. Anno dell’ultimo scudetto rossonero sotto la gestione Allegri. Diavolo primo a +5 sulla squadra di Antonio Conte che si trova a pari punti con lo stupefacente Sassuolo di De Zerbi. Con la vittoria di ieri, si registra la miglior partenza nell’era dei 3 punti.
LA DIFFERENZA LA FANNO LE ALI: Milan accorto e equilibrato contro un Viola molto propositiva soprattutto nella prima parte del primo tempo. Rossoneri che hanno ribattuto colpo su colpo e ha saputo colpire proprio dove la Fiorentina lasciava spazi. Gran merito va alle due frecce rossonere Theo Hernandez e Alexis Saelemaekers. Dalle fasce laterali infatti il Diavolo ha fatto male, con i due esterni che si sono presi in lungo e in largo gli ampi spazi a disposizione. Una casualità che il primo gol sia arrivato su calcio d’angolo. Era nell’aria infatti sarebbe arrivato prima o poi per merito del lavoro degli esterni. Il belga è stato una vera spina nel fianco, si infilava spesso tra Biraghi e Pezzella come ne testimonia il rigore guadagnato. Solita nota positiva Theo Hernandez, è un vero bulldozer, brucia la fascia e lascia le briciole agli avversari.
UN MURO CHIAMATO GIGIO: Nel secondo tempo Cesare Prandelli ha provato a dare una scossa ai suoi, lasciando fuori Callejon e inserendo il grande ex Giacomo Bonaventura. Passato dal 4-3-3 al 4-3-1-2, poco è cambiato e in quelle poche volte che la Fiorentina ha provato a far male ai rossoneri è intervenuto un fenomeno: Gianluigi Donnarumma. La parata su Ribery è qualcosa di assurdo di disumano, qualcosa da mostrare a tutti i portieri nelle scuole di calcio. Tutto a vantaggio del buon Mino Raiola, che si sarà sfregato le mani pensando all’aumento di contratto che andrà a chiedere e Maldini e Massara.
ZLATANISMO: Diavolo che nel secondo tempo si è limitato ad amministrare il risultato, sfiorando anche il terzo gol con Calhanoglu. La squadra ormai ha una forte impronta mentale, data non solo da Pioli ma anche da Zlatan Ibrahimovic. Possiamo definirla Zlatanismo, la squadra va con il pilota automatico. Corre, segna, aumenta il vantaggio e poi si trova ad amministrare il vantaggio senza sprecare fatiche inutili, visti i tanti impegni che vedono i rossoneri a dover giocare in Italia e in Europa.
