In settimana Pioli ha ripetuto una frase significativa, che aveva già pronunciato alla vigilia di Sampdoria-Milan, ovvero nell’immediatezza di inizio stagione: “Questo è il Milan più forte che io abbia allenato“.
Il fatto che sia tornato su quest’affermazione dà idea che voglia trasmettere questo messaggio alla squadra, prossima ormai al primo trittico critico di partite di quest’anno, che come sappiamo offre come avversari Lazio, Liverpool e Juventus.
Vorremmo provar ad andare oltre l’aspetto motivazionale di questa dichiarazione; analizzando la rosa in effetti, le scelte per lo staff tecnico sono aumentate. C’è maggiore completezza e maggiori alternative, sia di uomini che conseguentemente di moduli. Presto capiremo se a tutti gli effetti questi si tradurrà in un punto di forza.
C’è inoltre la necessità di valorizzare nel complesso questo gruppo e questo passa sopratutto dal rendimento dei giovani da cui ci si aspetta un vero salto di qualità. Per citarne solo alcuni, se Tonali, Diaz, Saelemaekers e Leao, riuscissero ad alzare l’asticella, allora la possibilità di avere una squadra nell’insieme più forte potrebbe concretizzarsi.
Altra condizione importante è la tenuta fisica degli over 30, e quindi Kjær, Giroud e Ibra. Se la loro presenza fosse costante, contribuirebbe in modo determinante su tutti i livelli, sia tecnici, sia tattici, sia mentali. Le redini dello spogliatoio è loro e non servono fasce al braccio per certificare la loro leadership.
Questi i principali fattori che abbiamo considerato. Presto capiremo quanto influiranno le cessioni estive e quanto per contro aiuteranno gli acquisti.
