Stefano Pioli sta costruendo un vero capolavoro con il Milan. Non solo a livello di risultati ma anche a livello umano. Il gruppo squadra sembra una vera e propria famiglia a cui piace stare insieme. La coesione del gruppo è dovuta anche grazie alle sue parole davanti ai giornalisti e nei post partita. Nonostante oggettivamente non il Milan abbia trascorso un mese travagliato tra infortuni e squalifiche, il tecnico non ha mai cercato scuse o alibi. Anzi ha sempre detto di aver a disposizione una rosa lunga con alternative valide, facendo sentire tutti coinvolti nel progetto. Anche questa può essere considerata una vittoria, l’ennesima dopo quelle già conquistate sul campo.
Mai una parola fuori posto
La prima cosa che deve fare un allenatore è risultare credibile agli occhi della propria squadra. La credibilità ce la si guadagna anche con le dichiarazioni. Pioli nonostante le difficoltà dell’ultimo mese non si è mai lamentato della rosa corta, della mancanza di alternative o della giovane età della squadra. Mai una parola fuori posto. “Io sono insieme ai ragazzi, cerco di guidarli per cercare di ottenere il massimo” dichiarava così il tecnico prima della partita contro la Lazio. Ecco una guida per i più giovani, questo è diventato Pioli. Emblematiche anche le parole del capitano Romagnoli: “Il mister dall’inizio è stato bravissimo a fare leva sul gruppo. Eravamo un po’ separati, diciamo così, lui è stato bravissimo a ricompattare tutti, poi sono arrivati i risultati”. Oltre al rapporto consolidato con la squadra, Pioli ha anche cementato il rapporto con la dirigenza. Non ha mai mandato segnali di insoddisfazione per il mercato o per la mancanza di giocatori, anzi ha sempre ringraziato ed elogiato la società:” Innanzitutto il merito maggiore di questi risultati per quest’anno penso sia del club. Ci mette in condizione di lavorare nel miglior modo possibile. La società ci fa stare tranquilli, l’area tecnica mi ha messo a disposizione ragazzi forti e giovani che crescono partita dopo partita”. Molti le definiranno dichiarazioni da aziendalista, ma questo è quello che deve fare un allenatore, rendere al meglio con quello che gli viene messo a disposizione dalla società.
Differenze con i colleghi
Le dichiarazioni del tecnico rossonero stridono con le parole dei tecnici delle zone alte della classifica. Andando in ordine di classifica Antonio Conte non ha di certo lesinato di critiche la società nei suoi 2 anni di Inter, nonostante mercati faraonici e uno stipendio che dovrebbe automaticamente contemplare la parola “vittoria”. Invece il tecnico più volte ha parlato di rosa corta o di giocatori non pronti per grandi palcoscenici. De Zerbi si è più volte aggrappato alle assenze di Caputo e Boga per giustificare qualche risultato negativo del Sassuolo, che comunque sta facendo un campionato straordinario. Gennaro Gattuso più volte si è scagliato contro i suoi giocatori colpevoli di atteggiamenti poco giusti durante la partita. La mancanza di Osihmen si è fatta sentire e l’ex bandiera del Milan ha più volte velatamente fatto intendere che senza di lui il gioco del Napoli cambia radicalmente e non necessariamente per il meglio. Andrea Pirlo alla sua prima esperienza in panchina non ha mancato di ribadire come le assenze in difesa nella prima parte di stagione abbiano pesato sui risultati della sua Juventus. Simone Inzaghi ormai conosciuto per le sue lamentele non manca una conferenza in cui non elenchi tutti gli assenti della Lazio e sottolinei la mancanza di alternative. Ecco non è per fare un’analisi da ultrà con gli occhi rossoneri, ma la differenza tra Pioli e i suoi colleghi è abbastanza evidente.