Tutto è bene quel che finisce bene, ma l’happy ending ancora non c’è stato per Santiago Gimenez. Il numero 7 rossonero ha sì ottenuto ciò che voleva, ovvero la permanenza al Milan, però ora è chiamato a rispondere sul campo e dimostrare di meritare la fiducia di Massimiliano Allegri.
Santiago Gimenez e Massimiliano Allegri
Era il segreto di pulcinella quello che veniva raccontato tra le righe dei quotidiani, ma mai in prima persona dal diretto interessato. Non è un mistero che il tecnico livornese avrebbe voluto un centravanti con caratteristiche diverse dal messicano. Un certo Dusan Vlahovic che, almeno per chi scrive, in realtà non è poi così lontano dall’ex Feyenoord. A differenza del giocatore, l’allenatore non ha ottenuto ciò che aveva chiesto.
Come spesso ha fatto in carriera, sarà chiamato a valorizzare in toto la rosa a disposizione, anche negli elementi che almeno all’apparenza possono sembrare più lontani da lui. Un rapporto da coltivare nel tempo: chissà che dopo la diffidenza iniziale non possa nascere un legame duraturo.
Il paradosso della titolarità
Se la teoria indica quanto scritto poc’anzi, la pratica (il campo) afferma l’esatto opposto. Santiago Gimenez è stato infatti titolare nelle prime due di campionato ed è subentrato al 17′ nel match di Coppa Italia contro il Bari. Di fatto finora ha quasi sempre giocato.
Contro il Bologna, a meno di sorprese ad oggi improbabili, toccherà ancora a lui guidare l’attacco rossonero insieme a Christian Pulisic. Una coppia anomala che finora non ha portato ancora grandi risultati, sebbene vada ricordato che al messicano sono stati annullati ben due gol contro Cremonese e Lecce. Una coppia ancora più anomala se si pensa alle condizioni dei due.
La complicazione nazionale
La titolarità di questa coppia è un altro paradosso, perché sono due dei tre giocatori che saranno impegnati con un lungo viaggio di ritorno da oltreoceano e potranno dirsi pronti per un allenamento in gruppo solamente venerdì, giorno dell’antivigilia del match di San Siro.
Tendenzialmente nella prima partita dopo la sosta si opta per una gestione diversa del materiale umano a disposizione. L’emergenza offensiva impone però di chiedere a loro gli straordinari, in quanto Rafael Leao è alle prese con il rientro dall’infortunio e la condizione fisica non è ancora ottimale di Christopher Nkunku. I colori rossoblù rievocano però bei ricordi al Bebote.
Il Bologna nel destino di Santiago Gimenez
L’unica doppietta al Milan di Santiago Gimenez risale proprio all’ultima sfida di campionato giocata dai rossoneri contro il Bologna di Vincenzo Italiano. Era il 9 maggio e pochi giorni dopo ci sarebbe stata la finale di Coppa Italia, persa poi all’Olimpico.
San Siro ritrovò l’entusiasmo per il suo centravanti tanto desiderato nel mercato invernale, dopo mesi difficili e una concorrenza offensiva che lo aveva relegato a riserva. Un lampo nella notte del Meazza che è rimasto tale. Ci sono di nuovo i rossoblù sul suo cammino per prendersi definitivamente il Diavolo.
Il padre e l’approccio alla professione
La lezione più importante l’ha data il padre di Santi, Christian, che ha parlato così della sua situazione attuale: “Quello che è successo deve rafforzarlo, deve toccare l’orgoglio di Santi. Il Milan è un club importante e ti chiede tanto. Lui ci ha dato tanta tranquillità: ci ha insegnato come comportarci alla sua età, tenendo calmi i nervi e gestendo le emozioni. Sono rassicurato non solo da ciò che vedo in campo, ma anche da ciò che vedo fuori. Dipenderà tutto da lui“.
Parole di un padre, di un agente, ma soprattutto di un uomo che conosce il calcio e le sue dinamiche. Tutto ciò che è stato fatto nei mesi antecedenti all’inizio della sua avventura rossonera è il passato: tocca al Bebote conquistarsi presente e futuro.
